“Oggi si è consumato il fallimento di una classe politica che non è stata in grado di tutelare la salute dei cittadini di Taranto, un settore industriale fondamentale per l’economia italiana e salvaguardare oltre 20mila posti di lavoro. Questa situazione rappresenta anche la disfatta del leader mondiale dell’acciaio che non ha spudoratamente rispettato gli accordi sottoscritti.
Da mesi denunciamo e facciamo appelli drammatici sulle condizioni produttive e industriali ma purtroppo non siamo stati ascoltati”. Così Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, dopo aver appreso dell’avvio da parte di ArcelorMittal del programma di spegnimento degli impianti dello stabilimento di Taranto.
“Lo scorso 26 giugno – dichiara il leader Uilm – il responsabile Europeo del gruppo aveva già annunciato che senza immunità penale avrebbero chiuso gli stabilimenti e sarebbero andati via dall’Italia. Da quel momento in poi, si è innescata una tempesta perfetta, un tutti contro tutti”.
“Il programma comunicato dall’azienda – continua – inizierà con l’avvio dello spegnimento degli impianti a metà dicembre per arrivare a metà gennaio con la completa chiusura. Nel dettaglio ci sarà lo spegnimento dell’Altoforno 2 a metà dicembre, l’Altoforno 4 a fine dicembre e l’Altoforno 1 a metà gennaio con la definitiva fermata delle due acciaierie. Infine le cokerie e le centrali termoelettriche 2 e 3”.
“Da questo momento – conclude – si avvierà una fase drammatica in tutti gli stabilimenti italiani che avrà gravi ripercussioni su tutto il sistema industriale nazionale. Diventa difficile partecipare all’ incontro previsto per domani al Mise dopo che la multinazionale ha comunicato la fermata di tutti gli stabilimenti, disattendendo l’accordo del 6 settembre 2018”.
Ufficio stampa Uilm