Rendiamo conto sull’esito degli incontri che si sono tenuti il 7 novembre al MISE e l’8 novembre in merito al negoziato sul Contratto Integrativo Aziendale.
Era dal 18 gennaio 2018 che DXC Italia era assente dai tavoli istituzionali del MISE. Un intervallo di tempo in parte giustificato dagli avvicendamenti governativi che ci sono stati, in parte ispirato da un atteggiamento aziendale che non si riteneva nella condizione di dichiarare alcunché di nuovo e significativo.
Ma è stato un intervallo di tempo enorme considerando tutti i processi di ristrutturazione che hanno attraversato DXC tra operazioni industriali, sfociata in questi giorni nel rischio di licenziamento degli addetti ceduti a Business Remote Solution Italia, persecuzioni disciplinari, trasferimenti coatti e non ultimo la chiusura di ES Energy e i licenziamenti in DXC Technology e in ES Italia. L’ostinata autoreferenzialità del management di DXC in Italia ha poi trovato la sua massima manifestazione con il sottrarsi al confronto a cui erano convocati al MISE il 26 ottobre scorso.
All’incontro con il Giorgio Sorial il Vice Capo di Gabinetto del Ministro e il Sottosegretario Alessandra Todde oltre alle Rappresentanze Sindacali ed il Management di ES Italia erano presenti rappresentanti delle regioni Puglia e Lombardia.
La sostanza dell’informativa fornita dall’azienda si è limitata a fare il punto sull’andamento del piano triennale che avviato nel 2017 si avvia alla conclusione con l’esercizio corrente e rinvia a marzo la presentazione di un nuovo piano che sarà ovviamente uniformato anche alla visione del nuovo top management della Corporate. Il tutto accompagnato dalla immancabile necessità di DXC di spiegare agli interlocutori istituzionali e regionali, a cui si erano pervicacemente sottratti per mesi, chi siamo e cosa facciamo. Nella sostanza nulla vi è da attendersi da qui sino al nuovo piano industriale.
Ma anche senza attendere il mese di marzo possiamo con ragionevole certezza prevedere che permarranno le tendenze di fondo che hanno caratterizzato questo primo triennio di presenza di DXC in Italia. La spinta di fondo del mercato verso i servizi “digitali”, le tensioni nel riequilibrare la propria offerta e con essa le competenze all’interno dell’impresa verso questa domanda del mercato, la ricerca di una maggiore redditività con l’abbandono dei segmenti produttivi meno convenienti e l’incremento del conferimento delle attività verso il best shore sono gli elementi che hanno determinato la fuoriuscita dal gruppo DXC in Italia di oltre 800 addetti parzialmente “sostituti” con oltre 200 assunzioni e ricollocazioni interne che sono viaggiate verso i 200 addetti a cui si aggiunge una dichiarazione di 90 FTE in bench.
Questa tendenza permarrà, vi è solo da comprendere il quanto e il quando. Ma soprattutto il come.
E sul “come” si è espresso il disappunto generalizzato degli interlocutori istituzionali presenti al tavolo sostenuto anche dalle valutazioni poste al tavolo dalle Organizzazioni Sindacali. La domanda corale che è stata posta a DXC è che essa si riconduca a comportamenti rispettosi della ricerca di soluzioni non traumatiche e condivise, pronta a dare impulso a piani formativi in particolare modo rivolti a chi presidia attività “traditional” e aperta al supporto delle istituzioni centrali e locali.
Una domanda per la quale non è prevenuta da DXC una risposta convincente e chiara.
Ma oltre a rispondere a questo auspicio, che per le Organizzazioni Sindacali è una inderogabile richiesta, riteniamo sia ora necessario per DXC in questo paese ricucire un rapporto con le istituzioni prestando una sensibilità che riteniamo che nell’incontro del 7 novembre non si sia sapientemente manifestata.
Nell’incontro del giorno successivo si è avviato il confronto preliminare sul percorso per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale. Manifestata l’impossibilità dell’azienda di prendere in considerazione il rinvio della trattativa sino al rinnovo del prossimo Contratto Nazionale di Lavoro le Rappresentanze Sindacale si sono tuttavia ritenute responsabilmente pronte ad avviare la trattativa sottolineando da un lato che non può ritenersi accettabile alcuna data come spada di Damocle della trattativa stessa, vedi il 31 dicembre, dall’altro che sia possibile procedere con la necessaria intensità.
Il tavolo è stato aggiornato al 28 novembre. Impegno delle rappresentanze sindacale a partire dai prossimi giorni di presentare e discutere con i lavoratori la piattaforma di rinnovo da portare al tavolo del prossimo incontro.
Coordinamento Nazionale Fim, Fiom, Uilm ES Services Italia – DXC Technology Italia
Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil Nazionali