Si è svolto a Roma il giorno 4 Novembre 2021, un incontro tra le delegazioni sindacali nazionali e territoriali, il Coordinamento delle RSU di Engie e la direzione aziendale per la presentazione del piano industriale di Engie Italia.
Il piano industriale è stato illustrato in prima persona da Monica Iacono, divenuta dal mese di settembre 2021 Amministratore Delegato per l’Italia del gruppo Engie.
La fase di ristrutturazione globale di Engie si è tradotta a livello europeo con la vendita di EQUANS settore della società dedicato ai servizi che conta circa 74.000 lavoratori, ad un’altra società francese.
La nuova riorganizzazione a livello europeo sarà composta da 4 macro aree corrispondenti alle quattro principali attività del gruppo:
rinnovabili, efficienza energetica, fornitura di energia e gas, distribuzione gas/Infrastrutture (linea di business non presente in Italia).
La fase di ristrutturazione globale anche rispetto al processo di decarbonizzazione e le risorse che saranno messe in campo dal Governo attraverso il PNRR fanno dell’Italia uno dei mercati più importanti di Engie.
L’obbiettivo della società è quindi di confermarsi leader nel settore, ma soprattutto soggetto protagonista e strategico della transizione energetica che dovrà attraversare il nostro paese.
Engie trae la sua forza dalla presenza capillare e ben radicata su tutto il territorio nazionale, passando trasversalmente dalla Pubblica Amministrazione, ai servizi energetici per le imprese fino ai privati.
Il piano industriale porterà la società a triplicare entro il 2025 le capacità produttiva di energia da fonti rinnovabili anche grazie alla presenza del gruppo in tutta la filiera della produzione di energia.
Oltre alle rinnovabili, il settore della vendita e produzione dell’energia è un altro pilastro di sviluppo del nuovo piano industriale di ENGIE, la volontà è quella di concentrarsi maggiormente sulle infrastrutture decentralizzate, le reti di riscaldamento e raffreddamento, l’energia solare e i servizi a bassa emissione di carbonio a livello industriale; mentre le liberalizzazione del mercato su luce e gas a partire dal 2023 dovrebbe generare ulteriore crescita del gruppo soprattutto nel settore privato.
Il bilancio del 2021 si chiuderà in linea con le previsioni.
Fim, Fiom e Uilm nazionali hanno chiesto quando il suddetto piano comincerà a produrre i primi effetti sia in termini di investimenti che di ricadute occupazionali, il gruppo dirigente ha risposto tale visibilità non sarà nota fino a quando non saranno emanati i decreti attuativi del PNRR.
Fim, Fiom e Uilm ritengono che l’incontro abbia dato in parte l’opportunità di conoscere come saranno gestite le Global Business Line; con quali investimenti, quali modelli di sviluppo, con quale modello di organizzazione del lavoro sarà possibile raggiungere tali ambiziosi obiettivi, anche e soprattutto con il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori, rimangono comunque temi aperti e che necessiteranno di ulteriori approfondimenti soprattutto per quello che riguarda il modello della nuova organizzazione del nostro paese.
Pur apprezzando l’ambizioso ed importante piano industriale illustrato durante l’incontro, Fim, Fiom e Uilm ritengono necessario un consolidamento delle relazioni industriali che permetta alla società ed alle parti sociali un costante aggiornamento e confronto su tutti gli argomenti suddetti.
Fim, Fiom e Uilm confermano ancora forti preoccupazioni circa i lavoratori occupati nei servizi alla Pubblica Amministrazione a causa della perdita di commesse importanti nell’area Nord Ovest del paese (Lombardia, Piemonte e Liguria), e nel Lazio, Adriatica Sud e per tutto il settore dei servizi legato alla PA.
Chiediamo chiarezza anche per il settore trasversale SPM il cui futuro non è ancora certo e desta preoccupazioni sul futuro assetto all’interno del gruppo.
Fim, Fiom e Uilm hanno convocato il coordinamento unitario per il 23 novembre a Roma.
Fim Fiom Uilm Nazionali