Con questa dichiarazione, dopo aver pubblicato il bilancio annuale, l’azienda torna al tavolo di trattativa per il PDR e chiude a riconoscimenti, che non siano simbolici, per l’anno appena trascorso e lancia provocazioni nel rinnovo del PDR.
Dal 31/3/2022 al 31/3/2023 l’azienda ha quasi raddoppiato gli utili segno di una ripresa che continua e soprattutto dello sforzo delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno generato questa ricchezza ai quali però l’azienda non sembrerebbe intenzionata a redistribuire equanimemente parte dei proventi.
Al momento la posizione aziendale è trincerata dietro agli obiettivi sfidanti dati dalla corporate che se da un lato servono ad impressionare gli azionisti dall’altro non rappresentano a nostro avviso un criterio equo e raggiungibile per la definizione del PDR.
Non solo obiettivi fuori portata, anche gli importi al momento sono lontani da una mediazione possibile e soprattutto si accompagnano alla provocazione data dalla fantasia aziendale della non cumulabilità del premio collettivo di risultato con piani premiali individuali elargiti unilateralmente dall’impresa.
Proprio perché fino adesso abbiamo espresso positiva soddisfazione per l’equilibrio trovato nel rinnovo dell’integrativo aziendale al quale manca a corollario l’accordo di definizione del PDR troviamo inspiegabile l’atteggiamento aziendale.
Dopo aver consumato sufficienti incontri e aver esplorato la posizione dell’azienda riteniamo necessario tornare alle assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori che saranno convocate in tutta Italia per decidere insieme come rispondere alle proposte aziendali che la delegazione ha ritenuto insufficienti e al limite della provocazione.
Fim, Fiom, Uilm nazionali