RASSEGNA STAMPA
Uilm Nazionale
Drs, Mbda e il futuro di Finmeccanica nel mondo. Gli auspici di Contento (Uilm)
Conti, prospettive industriali, scenari geopolitici. Di questo e di altro si nutre un colosso mondiale dal cuore italiano come Finmeccanica/Leonardo, il gruppo attivo nell’aerospazio e nella difesa presieduto da Gianni De Gennaro e guidato da Mauro Moretti. E in questi giorni i numeri, il perimetro industriale e il futuro geopolitico vanno di pari passo e sono all’attenzione di analisti, addetti ai lavori e sindacati.
I tre fattori si scorgono anche nella relazione sui primi 9 mesi del gruppo di Piazza Monte Grappa. C’è chi ha sottolineato un aspetto dei dati diffusi da Leonardo sull’andamento economico della società nei primi 9 mesi del 2016. I ricavi – ha comunicato il gruppo guidato da Moretti – ammontano a 8.034 milioni di euro, con una riduzione del 10,7% rispetto ai primi nove mesi del 2015. Nulla di strano, se non fosse che – tra le cause del calo – la compagnia ha annoverato anche “le variazioni di perimetro in particolar modo relative a DRS e FATA“.
La seconda azienda – attiva nella progettazione di impianti industriali – è stata ceduta al Gruppo Danieli lo scorso marzo. Quanto alla prima, dice a Formiche.net il segretario nazionale dei metalmeccanici della Uilm Giovanni Contento,“a noi risulta che nel 2016 non ci sia stata alcuna cessione di attività da parte di Drs”. Contento aggiunge: “Potrebbe essersi trattato di un errore di traduzione o di un disguido dovuto a qualche altra ragione. Il perimetro della società americana acquistata nel 2008 dal gruppo Finmeccanica – in base a quanto ho verificato personalmente – quest’anno non si è ridotto“.
Ma Contento va oltre e guarda alle strategie del gruppo guidato da Moretti dal maggio del 2014. “Sta riducendo troppo il perimetro aziendale“, rimarca il segretario nazionale Uilm: “E’ sacrosanto aver pensato ai conti, come ha giustamente fatto Moretti in questi anni. Tuttavia non ci si può fermare a ciò: occorre, al contrario, rilanciare“. Il riferimento di Contento è, in particolare, alle cessioni di Ansaldo Sts, Fata Engineering, Ansaldo Breda e della ex Alenia Aermacchi di Capodichino. Ma non solo.
Necessità di rilancio – sottolinea il sindacalista – derivante da una pluralità di ragioni, innanzitutto di carattere aziendale, anche in vista delle dinamiche in corso in Europa su progetti di Difesa comune e non solo: “Temo che il patrimonio tecnologico incarnato dalla società possa essere disperso da questa politica di restringimento del perimetro della compagnia. Abbiamo prodotti di eccellenza, ma non lo sponsorizziamo adeguatamente“. C’è poi – osserva sempre Contento – una questione di natura sia nazionale che geopolitica: “Il pericolo concreto è di ridurre la massa critica di Finmeccanica. E, di conseguenza, anche il peso politico che avremo come sistema Paese nella costruzione della difesa unica europea“.
Da qui l’appello che il segretario nazionale Uilm rivolge a Moretti affinché non arretri: “La politica industriale si fa con il controllo dei conti e degli sprechi, non c’è dubbio. Ma anche guardando al futuro dell’azienda per evitare che si restringa troppo e che si accartocci su se stessa“. Un obiettivo da realizzare anche attraverso una nuova politica commerciale, perché “ogni prodotto – per quanto buono sia (e questo lo è) – deve essere sponsorizzato adeguatamente“.
In questo dibattito si inserisce anche l’ipotesi – comparsa a più riprese su vari quotidiani, Sole 24 Ore in testa – di una cessione da parte di Finmeccanica della sua quota di partecipazione Mbda, il consorzio missilistico europeo di cui il gruppo italiano possiede il 25%, mentre Airbus e BAES Systems ne detengono il 37% ciascuna. Secondo le cronache giornalistiche, Moretti starebbe pensando di cedere ad Airbus la partecipazione di Finmeccanica: una vendita dalla quale si stima possa ricavare un miliardo di euro. “E’ sbagliato, non lo deve fare“, commenta Contento: “Mbda rappresenta un enorme patrimonio economico e tecnologico per Finmeccanica. Ma non solo: costituisce anche uno strumento di politica estera per il nostro Paese: esistono Stati – come ad esempio il Qatar ed il Kuwait – che richiedono esclusivamente i sistemi missilistici italiani e non quelli prodotti da altri. Quindi, si tratta anche di una questione di natura squisitamente geopolitica. A mio parere èassolutamente necessario non vendere la nostra partecipazione in Mbda”.
Ufficio Stampa Uilm
Roma, 16 novembre 2016