Discorso del Segretario Generale Rocco Palombella alla manifestazione unitaria del 25 giugno 2020

 

Oggi è sicuramente una giornata storica!
Ci auguriamo che sia solo l’inizio!
Dobbiamo riprenderci i nostri luoghi!
Dobbiamo riprenderci le nostre piazze!
Ho il piacere di essere qui insieme a voi!

Nonostante le restrizioni previste, abbiamo deciso di ritornare a manifestare rispettando i protocolli di sicurezza!

Un grazie particolare a tutti voi.
Grazie per il vostro impegno e per aver contribuito alla buona riuscita di questa manifestazione.

Il 14 giugno dello scorso anno abbiamo organizzato lo sciopero generale dei metalmeccanici.
Da molti anni non si verificava un evento così importante.
Abbiamo organizzato tre manifestazioni in tre grandi città italiane: Milano, Firenze e Napoli.

Migliaia di lavoratori parteciparono insieme a noi per denunciare una situazione industriale, occupazionale ed economica difficile e preoccupante.
Già nel giugno dell’anno scorso i tavoli di crisi aperti al Ministero dello Sviluppo economico erano oltre 150.

Come sempre ci siamo assunti la grande responsabilità di scendere in piazza e manifestare il nostro dissenso.

Il Governo, le multinazionali e le aziende sono state incapaci di mettere in campo iniziative a salvaguardia del lavoro e dello sviluppo.
Con la consapevolezza che senza la ripresa del settore metalmeccanico e manifatturiero il nostro Paese non ripartirà!

Le tre manifestazioni organizzate da Fim, Fiom e Uilm furono una grande prova di partecipazione e di democrazia.
Volevamo denunciare ancora una volta il degrado industriale, il rischio della chiusura di centinaia di aziende e della perdita di migliaia di posti di lavoro.

Le piazze furono riempite da tantissimi lavoratori in sciopero.
Parteciparono alle nostre iniziative anche i Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil Landini, Furlan e Barbagallo.

Da parte del Governo non ci fu nessuna reazione, come capita spesso negli ultimi anni.

Con il passare dei mesi, la situazione delle crisi industriali è ulteriormente peggiorata.

Neanche l’inizio del confronto con Federmeccanica sulla piattaforma contrattuale unitaria ci ha dato la possibilità di discutere di questioni industriali.
Dal mese di novembre fino a oggi abbiamo discusso senza nessun esito.

Dal Governo invece nessuna convocazione, tranne qualche inutile incontro su alcuni settori.
Purtroppo da quando è scoppiata la pandemia la situazione all’interno del nostro Paese è drammaticamente peggiorata.

Dopo questa emergenza avremo un Paese diverso, con l’aumento della povertà e delle disuguaglianze sociali ed economiche.
Il Nord falcidiato dalle migliaia di morti per Coronavirus e il Sud che rischia la desertificazione industriale.

Già l’anno scorso, il 22 giugno, Cgil Cisl e Uil organizzarono una grande manifestazione a Reggio Calabria,
“Futuro al lavoro – Ripartiamo dal Sud per unire il Paese” per chiedere al Governo attenzione, investimenti e sviluppo per il Mezzo-giorno.

Nonostante le misure di contenimento,
si registra ancora un bilancio drammatico:
oltre 34 mila morti e 240 mila casi positivi.
L’Italia è tra i Paesi che hanno pagato prima e più degli altri gli effetti della pandemia in termini di vite umane, di conseguenze
economiche e sociali.

Se non ci fossero stati i decreti del Governo, i divieti di movimento e le chiusure, le conseguenze sarebbero potute essere molto più pesanti.

Anche i Protocolli di sicurezza di Cgil, Cisl Uil e tutti quelli realizzati all’interno delle aziende, sono serviti per contenere la diffusione dell’infezione al momento delle riaperture.

Dopo oltre un mese dalla ripresa delle attività produttive, economiche e sociali la situazione continua ad essere insostenibile!

Per queste ragioni abbiamo deciso di manifestare oggi insieme a voi!

I dati economici parlano chiaro: da aprile a giugno abbiamo perso oltre il 17% del Pil.
Solo nei mesi di marzo e aprile abbiamo bruciato 200 miliardi di produzione industriale.Secondo l’Istat nel 2020 rischiamo di perdere 2 milioni di posti di lavoro e solamente nei mesi di marzo e aprile ne abbiamo già persi circa 300mila.

4 aziende su 10 hanno dimezzato il fattura-to e il 70% ha fatto ricorso alla cassa integrazione.

Oltre 8 milioni di lavoratori sono stati co-stretti a utilizzare la cassa integrazione.
Chi l’ha ricevuta ha percepito un assegno di appena 900 euro al mese.
Ci sono decine di migliaia di lavoratori che ancora devono percepirla!È stato disatteso l’impegno delle banche con Cgil, Cisl e Uil di anticipare l’assegno della cassa integrazione!

Tutto questo è intollerabile!

Nel solo mese di maggio le ore di cassa integrazione hanno sfiorato il miliardo!

Solo con i sussidi il nostro Paese non ripartirà!

Il settore metalmeccanico è quello più colpito dalla pandemia.
C’è stato un crollo delle esportazioni e dei consumi interni.

Tutto il settore auto è fermo, le vendite so-no state azzerate.
Proprio ieri Cnh Industrial ha messo in discussione l’accordo del 10 marzo 2020.Di fatto apre un’incertezza sul futuro di due stabilimenti storici di Brescia e di Lecce.

Tracollo anche nel settore siderurgico e in quello dell’aerospazio e dell’indotto campano.
Ci sono molte difficoltà anche in quello degli elettrodomestici e delle telecomunicazioni.
Sono state colpite anche le piccole e medie imprese e tutto il settore dell’artigianato.

I provvedimenti del Governo sono stati a pioggia.
Le ingenti risorse utilizzate hanno solamente tamponato momentaneamente il problema e non sono state finalizzate alla ripresa!

La cassa integrazione Covid-19, i 600 euro al-le partite Iva e il reddito di emergenza sono stati insufficienti a soddisfare le necessità essenziali delle persone.

Anche i Decreti che bloccano momentaneamente i licenziamenti non hanno risolto il problema perché si ripresenterà con tutta la sua drammaticità alla fine di agosto.
Purtroppo i licenziamenti non si possono bloccare per Decreto!

L’intera produzione della filiera dell’acciaio in Italia è a rischio. Ilva, Ast di Terni, Jindal a Piombino, ex Alcoa di Portovesme e tante altre sono in forte crisi.
Rimane ancora irrisolta la vertenza di Termini Imerese. E’ una vergogna!

Sirti, Jabil, Ex Embraco, Whirlpool, Bekaert, Honeywell e tante altre fanno parte delle 100 vertenze che oggi vogliamo rappresentare.

1 – Vogliamo parlare di politica industriale!

2 – Vogliamo parlare del ruolo delle multinazionali!

3 – Vogliamo parlare del rilancio dei set-tori industriali, puntando su ricerca, sviluppo, formazione e innovazione!

4 – Vogliamo parlare della riduzione del peso fiscale per i lavoratori dipendenti, dell’aumento dei salari per far ripartire i consumi e non una semplice sospensione dell’Iva!

5 – Vogliamo parlare della detassazione dei premi di risultato!

6 – Vogliamo parlare delle modifiche degli ammortizzatori sociali e delle ingiuste fasce di reddito!

7 – Vogliamo parlare della semplificazione della burocrazia!

8 – Vogliamo incentivare il welfare aziendale, la previdenza e la sanità complementare!

9 – Vogliamo investimenti tecnologici, innovativi e ambientali!

10 – Vogliamo chiarimenti dal Governo sulla partecipazione dello Stato all’interno delle aziende in crisi!

11 – Vogliamo risposte concrete per ammodernare il nostro Paese puntando sull’economia circolare e sul rifinanzia-mento del progetto di Industria 4.0!

12 – Vogliamo discutere degli intollerabili infortuni sul lavoro, diminuiti in questi mesi solo per effetto delle chiusure delle fabbriche!

I troppi tavoli di crisi aperti e mai affrontati, con l’epidemia rischiano di diventare più drammatici.

Non dobbiamo rassegnarci all’idea che la Whirlpool di Napoli debba chiudere!
Un anno di generose battaglie non possono finire nel nulla! La Whirlpool va salvata!

Al Governo chiediamo più concretezza, meno Stati Generali e più interventi diretti a salvaguardare il sistema industriale, scolastico, sociale ed economico.

Vanno bene le agevolazioni sull’acquisto dei monopattini e delle biciclette ma non basta!

Serve un piano concreto di interventi per ammodernare il nostro Paese!

Basta demonizzare il diesel!

Occorrono interventi urgenti per sviluppa-re l’elettrificazione delle autovetture e dei mezzi di trasporti.

Bisogna programmare la transizione tra i motori a scoppio e quelli ibridi ed elettrici, evitando il rischio di favorire le Case automobilistiche straniere.

Bisogna fare in modo che le aziende che attualmente producono componentistica per motori diesel siano riconvertite senza la-sciare migliaia di lavoratori senza prospettiva occupazionale, come nel caso della Bosch.

Servirebbero forti investimenti per rinnovare il parco macchine, i mezzi di trasporto pubblico e privato, con l’utilizzo di incentivi alla rottamazione.

Servono urgenti investimenti per mettere il territorio nazionale in sicurezza da calamità naturali e dalla mancata manutenzione ordinaria e straordinaria che dura da troppi anni.

Anche Federmeccanica deve sapere che il tempo è abbondantemente scaduto!
Non si possono tenere in ostaggio milioni di lavoratori senza rinnovare il contratto più importante del settore industriale!

Ormai sono trascorsi 7 mesi dalla presentazione della piattaforma unitaria.
Ieri c’è stato l’ennesimo incontro senza risultato!

Bisogna immediatamente riprendere il confronto e concludere la trattativa!
Basta incrementare i salari con pochi spiccioli!

I consumi potranno ripartire solo se i redditi da lavoro torneranno a crescere!

Basta con questo clima di paura e di sfiducia!
Chiediamo di essere ascoltati!

Abbiamo organizzato questa manifestazione per lanciare un messaggio forte e chiaro! Bisogna interrompere questa deriva!

Sono in pericolo i diritti fondamentali: la libertà, la democrazia, il lavoro.

La cassa integrazione e i sussidi sono stati indispensabili per questo periodo ma da soli non saranno sufficienti per far ripartire la nostra economia!

Il vero dramma italiano è il lavoro che non c’è!
Bisogna investire sul lavoro duraturo e dignitoso!
Bisogna investire sulla dignità del lavoro!
Bisogna puntare su un vero piano per il lavoro!
Bisogna investire sui giovani per ridurre la disoccupazione giovanile!
Bisogna puntare su un lavoro legale per combattere le disuguaglianze e la povertà!
Bisogna puntare su una vera politica per il lavoro altrimenti il nostro Paese continuerà ad arretrare!

Le riforme di questi anni hanno eliminato i diritti e le tutele, peggiorato gli ammortizzatori sociali e aumentato la precarietà!

La crisi e la pandemia ci consegnano un Paese più povero.

Sono aumentate le disuguaglianze, le differenze tra il Nord e il Sud, tra i giovani e gli anziani, tra le donne e gli uomini!

Per rilanciare il nostro Paese servono investimenti pubblici e privati!

È necessaria una grande coesione tra i vari strati sociali, tra il Nord e il Sud d’Italia!

Cgil, Cisl e Uil devono avviare un vero confronto con il Governo.

Bisogna spiegare al Presidente del Consiglio che i provvedimenti da adottare vanno concordati con le parti sociali rappresentative!

La situazione ormai è molto grave e per queste ragioni pretendiamo di essere convocati dal Governo e da Federmeccanica altrimenti ci rivedremo in piazza più arrabbiati e numerosi di prima!

Grazie per aver partecipato a questa importante e significativa iniziativa!

 

Grazie a tutti!