“La provincia di Verona con 50mila metalmeccanici è certamente un territorio importante per il nostro settore. I comparti maggiormente impattati dalla crisi sono la componentistica automotive, la siderurgia, la termomeccanica. Negli ultimi mesi stiamo registrando una forte crescita dell’utilizzo di ammortizzatori sociali con 6 milioni di ore di cassa integrazione, il doppio dell’anno scorso. Questo significa salari bassi e non adeguati all’alto costo della vita”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.
“Siamo molto preoccupati per il settore dell’auto – aggiunge – che in Veneto occupa il quarto posto con oltre 14mila imprese e 45mila lavoratori coinvolti e un fatturato di circa 20 miliardi. La transizione ecologica non governata mette a rischio quindi migliaia di posti di lavoro. Da mesi chiediamo al Governo di intervenire con programmi strutturali e investimenti concreti”.
“La trattativa per il rinnovo del CCNL Federmeccanica-Assistal – spiega Palombella – sta proseguendo nonostante continuiamo a registrare grandi distanze tra noi e la parte datoriale. Le nostre richieste puntano soprattutto ad aumentare in modo consistente i salari, abbiamo chiesto 280 euro di incremento salariale sui minimi al quinto livello, e a bilanciare meglio l’equilibrio vita-lavoro con la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali”.
“I lavoratori metalmeccanici – dice – sono quelli che guadagnano meno in Europa. Nonostante i nostri sforzi nel precedente rinnovo e la clausola di salvaguardia il divario con il potere d’acquisto è ancora molto alto e faremo di tutto per ridurlo. Per quanto riguarda la riduzione dell’orario di lavoro, invece, crediamo sia uno degli strumenti utili per risolvere le crisi aziendali e per avvicinare i giovani alla fabbrica rendendola più attrattiva. Insomma, più salario e meno orario è sì il nostro slogan, ma anche e soprattutto un obiettivo da raggiungere”, conclude Palombella.