Consiglio Uilm Veneto; Rocco Palombella (Uilm): “Rilanciare il settore partendo da un rinnovo del contratto con più salario e meno orario”

 

“Gli oltre 200mila metalmeccanici che lavorano in questo territorio lo rendono senza ombra di dubbio molto importante per il nostro settore. Anche qui purtroppo registriamo il trend negativo nazionale su un utilizzo maggiore di cassa integrazione rispetto all’anno scorso. La situazione industriale è particolarmente critica, il settore dell’automotive come sappiamo è quello più in sofferenza e qui è molto presente soprattutto con piccole e micro imprese di riparazione e componentistica. La transizione ecologica non governata mette a rischio oltre 5mila posti di lavoro e 350 imprese”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.

“Tutte le realtà produttive – aggiunge – sono in crisi, come ad esempio Acciaierie d’Italia e Niche (ex Alcoa) che fanno già uso di ammortizzatori sociali, e molte altre aziende potrebbero aggiungersi nelle prossime settimane. Questo quadro rappresenta una sfida importante per il territorio, richiedendo interventi urgenti e mirati per sostenere l’occupazione e il settore metalmeccanico locale”.

“Anche il settore del bianco – spiega Palombella – segue la stessa sorte, i fornitori di aziende come Beko ed Electrolux hanno visto un crollo anche del 70% a causa della crisi del comparto. Le Acciaierie Valbruna sono in sofferenza a causa del calo della produzione. Servono sicuramente misure urgenti che noi stiamo continuando a chiedere ai tavoli ministeriali”.

“Il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici – dice ancora il leader Uilm – può e deve rappresentare un’occasione per rilanciare il nostro settore restituendo ai lavoratori potere d’acquisto perso e che di conseguenza migliorerebbe l’economia nel nostro Paese. Per questo chiediamo 280 euro di aumenti salariali sui minimi al quinto livello”.

“Come sappiamo – conclude Palombella – la trattativa con Federmeccanica e Assistal si è interrotta per divergenze di vedute su questo ma anche su molti altri punti, come ad esempio la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali. Per noi questi sono elementi indispensabili per dare un futuro ai nostri lavoratori e all’industria manifatturiera. Le 8 ore di sciopero devono servire proprio a questo, a riprendere il confronto ripartendo dalla nostra piattaforma”.

Ufficio Stampa UILM