Consiglio Uilm Marche; Palombella (Uilm): “Territorio con forte presenza del bianco, settore che va rilanciato e tutelato. Sul rinnovo del CCNL si riparta dalla nostra piattaforma”

“La provincia di Ancona continua a fronteggiare una situazione critica nel settore metalmeccanico, con molte aziende che si trovano a dover navigare attraverso gravi difficoltà economiche ed occupazionali. La minaccia di chiusura degli stabilimenti Beko di sono solo alcuni dei drastici passi che stanno portando a 1.935 esuberi a livello nazionale. Nelle Marche, la ristrutturazione interessa 736 lavoratori diretti, con effetti profondi sull’indotto. A Fabriano, il sito di Melano continua a produrre piani cottura, ma i dipendenti subiscono ancora un impatto diretto con cassa integrazione mediamente per due settimane al mese”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.

“In Elica – aggiunge – nonostante gli accordi, l’attuale contesto di contrazione dei mercati sta rallentando il piano di reintegro occupazionale precedentemente fissato. Le produzioni stanno avendo una saturazione accettabile, ma continuano a necessitare un riesame nel 2025. Nell’ultimo anno, Electrolux ha iniziato a ridurre l’orario di lavoro e a promuovere una mobilità volontaria e incentivata per far fronte alla crisi produttiva. Contrazioni produttive anche in Faber e Ariston”.

“Vivono momenti di crisi anche altre aziende – spiega Palombella – come Indelfab, IMR, Raicam e CNH dove la crisi perdurante ha portato a un accordo di solidarietà e una gestione complessa degli esuberi, con una produzione drasticamente ridotta rispetto al passato. Va meglio Fincantieri dove è in corso un piano di sviluppo infrastrutturale che promette di sostenere le prospettive di lungo periodo del porto di Ancona”.

“La trattativa per il rinnovo del CCNL Federmeccanica-Assistal – sottolinea il leader Uilm – si è interrotta a causa delle grandi distanze tra noi e la parte datoriale. Le nostre richieste puntano soprattutto ad aumentare in modo consistente i salari, abbiamo chiesto 280 euro di incremento salariale sui minimi al quinto livello, e a bilanciare meglio l’equilibrio vita-lavoro con la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali. Abbiamo proclamato otto ore di sciopero e c’è un solo modo per riprendere il confronto: ripartire dalle nostre proposte”.