“La Lombardia è la prima Regione per numero di imprese e occupati nel settore metalmeccanico.
Parliamo di 43mila aziende in cui sono occupati oltre 500mila lavoratori, in particolare nei settori automotive, siderurgia, aerospazio, elettrodomestico, telecomunicazioni e informatica. Anche qui, come nel resto d’Italia però, registriamo un forte aumento delle ore di cassa integrazione con oltre 60 milioni di ore nei primi otto mesi del 2024”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.
“In Lombardia – aggiunge – sono 30mila le imprese che operano nella filiera auto, di cui 13mila sono artigiane. La quasi totalità delle imprese artigiane della filiera (93%) appartengono al settore manutenzione e riparazione di autoveicoli. Nella Regione la filiera dell’auto conta circa 100mila addetti, di questi, circa 70mila lavorano in micro-piccole imprese. Una transizione all’elettrico non governata significherebbe mettere a rischio oltre 20mila posti di lavoro in Lombardia”.
“Nel territorio milanese si registra una difficoltà nelle piccole aziende che operano in settori complessi come quello delle macchine utensili e nella componentistica auto. Nella provincia di Monza e Brianza si registrano invece dei preoccupanti cali negli ordinativi di due importanti aziende del settore automotive. Anche a Brescia le crisi aziendali sono legate in particolare all’automotive e alla siderurgia”.
“Sul territorio di Mantova rileviamo criticità in Iveco. A Varese da decenni la ex Whirlpool di Cassinetta è un’industria centrale nella provincia. Oggi la situazione dell’azienda è complicata e genera preoccupazioni diffuse in fabbrica e tra i lavoratori. Tali preoccupazioni sono dovute a due situazioni concomitanti. La prima è la perdurante crisi del settore degli elettrodomestici, la seconda è dovuta alle scelte che Beko sta attuando dopo aver assorbito le attività di Whirlpool, con la chiusura di uno stabilimento in Gran Bretagna e soprattutto di due stabilimenti in Polonia, con lo spostamento delle produzioni e il conseguente licenziamento di 1.800 lavoratori”.
“Più salario meno orario è lo slogan che caratterizzano la nostra Organizzazione nella trattativa per il rinnovo del CCNL Federmeccanica-Assistal. Con la richiesta di 280 euro di incremento salariale sui minimi al quinto livello e la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali puntiamo, infatti, a migliorare le condizioni dei lavoratori metalmeccanici sia in termini salariali che in termini di benessere lavorativo. La trattativa è ancora in salita, le distanze con la parte datoriale sono evidenti. I prossimi incontri saranno decisivi per capire quali iniziative sarà necessario mettere in campo. Se Federmeccanica e Assistal continuano a non voler discutere nel merito della nostra piattaforma sarà necessario uno sciopero generale e noi non ci tireremo indietro”.
Ufficio Stampa UILM