“La vertenza simbolo di questo territorio è diventata quella della Wartsila, che ha annunciato a luglio 2022 la chiusura dello stabilimento triestino e 451 esuberi. Grazie alle nostre lotte e alla tenacia dei lavoratori siamo riusciti a evitare i licenziamenti e abbiamo iniziato un percorso con il Mimit che ha portato oggi all’opportunità di una reindustrializzazione. In particolare, è positivo l’interesse di MSC per la produzione di mille carri ferroviari all’anno. Ci sono però ancora molti aspetti da definire, la nostra attenzione resta massima con l’impegno di garantire la piena occupazione a tutti i lavoratori”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.
“Sono 55mila i metalmeccanici presenti in tutta la Regione – aggiunge – e un’altra vertenza importante è quella della Flex dove è in atto un Contratto di solidarietà, dobbiamo fare in modo che il settore delle tlc riparta con soluzioni concrete. Per quanto riguarda Arvedi, abbiamo avuto il coraggio di cogliere una sfida e cercare di accompagnare una riconversione industriale tenendo conto della tutela dei lavoratori e della validità di un percorso industriale”.
“Nel territorio di Udine – aggiunge Palombella – ci sono aziende come Dynamic Technologies, Radiators, Freud, Marelli. Tutte utilizzano contratti di solidarietà e incentivi, o la cassa integrazione come in Acciaierie Venete. Anche a Pordenone i settori elettrodomestico, termico, tessile e automotive sono in difficoltà e all’orizzonte nel breve periodo non si intravedono segnali di miglioramento. Quasi tutte le aziende continuano a fare ricorso alla cassa integrazione, mentre Electrolux continua a utilizzare in modo costante i contratti di solidarietà e aggiunge ulteriori fermate produttive”.
“Per tutti questi motivi – conclude il leader Uilm – assume ancora più importanza il rinnovo del CCNL. Più salario e meno orario sono gli strumenti con cui sarà possibile, secondo noi, gestire sia le crisi aziendali sia le sfide della transizione ecologica e digitale restituendo ai lavoratori metalmeccanici la dignità che meritano. La richiesta di 280 euro di incremento salariale sui minimi al livello medio nel triennio punta proprio a questo. E la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali può servire a ridurre le ore di cassa integrazione coniugando meglio la vita con il lavoro”.
Ufficio Stampa Uilm