“In questo territorio lavorano 100mila metalmeccanici, per lo più in piccole o piccolissime imprese. Brescia rappresenta il terzo distretto industriale in Italia dopo Milano e Torino e negli ultimi 15 anni ha mostrato una crescita importante e in controtendenza rispetto alla situazione nazionale. Questo è stato possibile anche grazie alla capacità di innovazione e alle forti professionalità”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.
“La transizione ecologica – aggiunge – mette però a rischio 6mila lavoratori solo a Brescia e 20mila in tutta la Lombardia. Sono aumentate le ore di cassa integrazione arrivando a un livello molto superiore rispetto a un anno fa. A oggi ci sono oltre 200 aziende della provincia di Brescia che stanno utilizzando ammortizzatori sociali. I settori più coinvolti sono la siderurgia, le fonderie e l’automotive”.
“Da segnalare – dice ancora Palombella – la grave situazione in cui versa la Gianetti Fad Wheels dove tra pochi mesi sarà esaurita la cigo e bisognerà cercare un altro strumento per evitare conseguenze drammatiche, le Fonderie Mora di Gavardo dove è in scadenza il Contratto di Solidarietà e Fondital di Vobarno, l’azienda dichiara 60 esuberi legati ai reparti in cui si producono caloriferi e caldaie”.
“Nel 2024 – spiega – si sono concluse importanti trattative per gli integrativi in molte aziende. Alla Feralpi, oltre a importanti aumenti salariali, sono state introdotte ulteriori 24 ore di PAR aggiuntivi a carico dell’azienda che, in aggiunta alle 40 già esistenti, possono essere utilizzate come riduzione di orario. I temi dell’aumento salariale e della riduzione dell’orario di lavoro sono un nostro marchio distintivo al tavolo della trattativa con Federmeccanica e Assistal per il rinnovo del Contratto Collettivo di Lavoro”.
“Saranno mesi impegnativi quelli che ci aspettano – conclude Palombella – abbiamo un appuntamento importante a Roma, il 18 ottobre, per lo sciopero generale del settore dell’auto, serve la partecipazione e il coinvolgimento di tutti per dire a Stellantis e al Governo che non è più tempo di slogan e divisioni, ma di interventi concreti con cui programmare il futuro dell’industria nazionale”.