Consiglio territoriale Uilm Roma: smart-working opportunità da regolamentare nell’interesse dei lavoratori

Si è tenuto oggi, 28 aprile, in parte in presenza e in parte da remoto, il Consiglio territoriale della Uilm Roma a cui ha preso parte il Segretario generale, Rocco Palombella.

Ad aprire i lavori il Segretario della Uilm Roma, Fabrizio Fiorito, che ha dato il via al seminario sul lavoro agile. Tra i partecipanti il Segretario Uil Roma e Lazio, Roberto Di Francesco, ha spiegato come lo smart-working abbia impoverito e svuotato molti territori di Roma e del Lazio; il giornalista Giuseppe Mele, autore del libro “Gli smartati”, ha ricordato come nel capitolo sul lavoro agile all’interno del suo libro lo stesso illustra i 93 contratti in cui viene applicato e parla di questi lavoratori come gli “sbandati del lavoro agile”; il responsabile nazionale Salute e Sicurezza, Andrea Farinazzo ha approfondito il tema dal punto di vista del benessere del lavoratore analizzando quelli che possono essere i pro e i contro di questo strumento; l’avvocato Filippo Maria Giorgi invece ha dato un taglio giuslavorista illustrando delle slide molto approfondite e dettagliate sulle norme che riguardano questa complessa tematica tanto importante ricordando che vi è oggi la necessità di normare ancor più nel dettaglio la materia.

Il dibattito è stato molto acceso a dimostrazione del grande interesse che c’è intorno a questa tematica, soprattutto perché con la pandemia l’uso dello smart-working è stato massiccio da parte delle aziende così come emerso dalle diverse testimonianze di oggi.

“Il tema del lavoro agile diventa urgente qui a Roma per la capacità produttiva presente nella Capitale. Quella di oggi è quindi una occasione importante. Guai ad approcciarci a questo tema con un atteggiamento troppo critico o troppo superficiale, dobbiamo invece provare a capire quali possono essere i benefici e quali i rischi dello smart-working per poterne poi negoziare le condizioni e contrattualizzarlo”. Così Rocco Palombella nel suo discorso che ha concluso il Consiglio territoriale.

Il leader dei metalmeccanici della Uil ha ricordato che nell’industria manifatturiera l’utilizzo del lavoro agile è stato del 10% nella fase di pandemia, con punte nei servizi del 55%. “Cifre che colpiscono”, ha aggiunto ricordando che nell’ultimo rinnovo contrattuale i metalmeccanici hanno inserito i temi dello smart-working che andranno approfonditi e sviluppati nel tempo.

“La prova del nove – ha sottolineato Palombella – sarà come il governo riuscirà a normare la materia e come noi riusciremo a inserirlo nella contrattazione collettiva affinché non si creino eccedenze. Ci troviamo oggi di fronte a un passaggio importante, quello della transizione energetica, che pone questioni cruciali che il governo dovrà affrontare e noi dobbiamo essere protagonisti di questa partita con il solo scopo di tutelare il lavoratore fragile del futuro”.

“Rispetto al lavoro agile noi non vogliamo rinunciare a pezzi di retribuzione – sottolinea – né a pezzi di libertà. Il lavoratore che non va in ufficio e resta nel contesto familiare si impoverisce di tante cose, occorre trovare un equilibrio che consenta al lavoratore di arricchirsi”.

“Non possiamo dividerci tra chi è a favore e chi è contrario – ha detto ancora il Segretario generale Uilm – A inizio pandemia c’era un’emergenza da gestire, ma non possiamo pensare di restare sempre nell’emergenza”.

“Questa – ha concluso Palombella – deve essere un’opportunità e in quanto tale deve avere regole sul piano legislativo e va normato anche in ambito sindacale. Questo è il nostro compito: stabilire regole, paletti e condizioni per poter utilizzare al meglio lo smart-working nell’interesse generale”.

Ufficio stampa Uilm