“Il patrimonio produttivo, industriale e sociale del settore metalmeccanico è la condizione imprescindibile per una ripresa del nostro Paese e per evitare una drammatica recessione economica. Nei territori delle province di Bergamo e Cremona abbiamo circa 100 mila metalmeccanici totali, con la presenza sia di grandi realtà che di numerose piccole e medie aziende. Nonostante le difficoltà legate al caro energia, al rallentamento del mercato, la carenza delle materie prime e l’incertezza per il futuro, il tessuto produttivo sta tenendo, non riducendo i volumi produttivi e, in qualche caso, investendo e assumendo personale e cercando, spesso senza risultati, operai specializzati. In questi territori si trovano aziende solide, anche economicamente, e radicate sul territorio, che sono in grado di superare le attuali criticità. Senza industria il nostro Paese non può avere futuro e di questo il Governo deve rendersi conto, mettendo in campo investimenti e progetti concreti e strutturali”. Lo dichiara Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm.
“In questo territorio il caro energia colpisce prevalentemente le aziende energivore come le acciaierie e le fonderie, con la conseguenza di una minore competitività” spiega il leader Uilm.
“L’automotive – continua – sta attraversando il cambiamento epocale della transizione ecologica e, soprattutto per le aziende di piccole dimensioni della filiera, sono necessari interventi immediati del Governo per salvaguardare il patrimonio industriale, occupazionale e l’eccellenza del nostro Paese. Ancora non vediamo una visione, un programma strutturato e investimenti definiti e questo ci preoccupa molto”.
“Negli ultimi mesi sono stati rinnovati importanti contratti integrativi come in Tenaris, con un accordo ponte per gli anni 2021-2022 con un importo di 1.400 euro, oppure in Evoca con l’aumento del premio di risultato con un massimale a regime che può raggiungere 5.850 Euro. Ora sono sono in corso trattativa per altri importanti contratti di Brembo e Itema” prosegue.
“Il settore metalmeccanico si sta dimostrando, per l’ennesima volta, più avanti rispetto ai Governi, ormai da anni disinteressati del futuro industriale del nostro Paese, nel capire la realtà e trovare le giuste azioni per preservare il patrimonio occupazionale e produttivo. Le difficili sfide che ci aspettano le vinceremo solo se avremo un indirizzo nazionale, sistemico, che deve arrivare da chi ha responsabilità politiche. Non c’è tempo da perdere, noi faremo la nostra parte, dalla parte dei lavoratori” conclude.
Ufficio Stampa UILM