“Taranto è soprattutto Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, ed è anche il più grande fallimento della politica italiana, siamo ormai arrivati a un punto di non ritorno”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella, al Congresso della Uilm Taranto.
“A mio avviso – continua – c’è bisogno che la politica riprenda la sua capacità di discutere con il sindacato per trovare delle soluzioni che rispettino ambiente, salute e occupazione assicurando un futuro produttivo al Paese. Nel mondo esistono industrie siderurgiche integrate nel territorio, sappiamo che è possibile. Oggi abbiamo un’occasione formidabile: la transizione ecologica può aiutarci ad accelerare il percorso di risanamento dello stabilimento di Taranto nel passaggio da un sistema produttivo all’altro”.
“I soldi delle bonifiche – specifica Palombella – è giusto che vadano alla bonifiche, su questo non abbiamo mai espresso dubbi. Lo stabilimento ha un livello produttivo molto basso, sembra che lo scopo di Acciaierie d’Italia sia quella di mettere più persone in cassa integrazione creando una spaccatura sempre crescente tra lavoratori e azienda”.
“Il Governo – esorta – deve impegnarsi, entrare con la maggioranza nella società attraverso Invitalia per controllare lo stabilimento affinché possa avvenire il dissequestro dell’area a caldo. Le condizioni non possono essere poste da Acciaierie d’Italia così come sembra stia avvenendo”.
“Dov’è – si domanda il leader dei metalmeccanici della Uil – il fantomatico piano industriale di cui Governo e azienda stanno discutendo in gran segreto? Lo aspettiamo ormai da due anni. Bernabè ci dica la verità. Noi sappiamo solo che si parla ancora di collocare in cassa integrazione 5mila lavoratori. Per quanto ci riguarda abbiamo assunto la responsabilità di non firmare la richiesta di cassa integrazione straordinaria, ma nonostante questo il ministero del Lavoro l’ha concessa. Abbiamo anche mandato una ennesima richiesta di incontro ma Giorgetti e Orlando non pervenuti”.
“Così – prosegue Palombella- si rischia di compromette il destino della più grande acciaieria d’Italia, quello dei lavoratori e soprattutto del futuro produttivo e industriale di quello che è ancora il secondo Paese manifatturiero d’Europa”.
“Per quanto riguarda invece Leonardo – conclude – dopo l’accordo di gennaio, oltre ad aver alleggerito il numero di persone in cassa integrazione, si intravedono spiragli di ripresa produttiva in autunno che di conseguenza si rifletteranno positivamente anche sull’indotto. Siamo presenti e vigili affinché questa grande realtà continui a essere un punto di riferimento sul territorio”.
Ufficio Stampa UILM