L’ipotesi che Elyo incorpori Cofathec, annunciata alcuni mesi fa e motivata da una più agevole soluzione tecnica, stante il permanere dei problemi di proprietà presenti in Elyo: mancata soluzione della quota ERG (Garrone), sembra trovare definitiva conferma.
La probabile accelerazione su una fusione che si trascina da un po’ di tempo, porta con sé un allarme sulle sedi, che sembrava scongiurato, stante gli impegni più volte ribaditi e confermati tra i vari livelli, anche dall’attuale multinazionale che controlla entrambe le società.
Come organizzazioni sindacali confermiamo la nostra contrarietà alla concentrazione di un’unica sede centrale, rispetto all’attuale organizzazione che prevede più sedi dirigenziali (Roma/Milano).
Una possibile ipotesi che prevede un’unica sede dirigenziale a Milano dopo l’incorporazione di Cofathec in Elyo non è accettabile.
In attesa di un confronto chiarificatore, attiveremo i livelli istituzionali (ministero, regioni ed enti locali) per evidenziare gli effetti occupazionali e commerciali che una tale scelta potrebbe determinare. Sono da tener presenti i rilevanti interessi in campo nei vari settori pubblici in cui la multinazionale è attiva.
E’ nostra intenzione chiedere il rispetto degli impegni e delle garanzie, più volte ribaditi in incontri tra le parti, che hanno preceduto la fase della fusione tra le controllanti Suez e Gaz de France, anche sulle questione delle sedi.
Del problema è stata interessata anche la segreteria Cae
In assenza delle necessarie rassicurazioni
sarà avviato lo stato di agitazione
FIM-CISL, FIOM-CGIL, UILM-UIL
FISASCAT-CISL, FILCAMS-CGIL, UILTUCS-UIL
Roma, 2 febbraio 2009