Abbiamo avuto con CNHI una call conference per fare il punto della situazione e sullo stato di
attuazione delle misure sanitarie indicate dal Governo per combattere l’epidemia di coronavirus.
Si stanno portando avanti misure quali la interruzione delle trasferte, dei meeting e delle attività
formative, la diminuzione e lo scaglionamento dell’affluenza nelle mense, la sanificazione degli
ambienti e dei servizi, la più ampia diffusione possibile dello Smart working negli uffici, la adozione
della distanza minima di sicurezza di un metro fra le postazioni nei reparti produttivi, la possibile
riduzione dell’utilizzo degli spogliatoi, l’organizzazione delle pause come individuali e non collettive,
la assegnazione delle mascherine nelle postazioni più critiche.
In CNHI tali misure risultano talvolta molto complesse da attuare nei reparti produttivi e anche in
ragione di ciò gli stabilimenti CNH Industrial di Suzzara e di Brescia vengono fermati fino a lunedì;
mentre Piacenza si fermerà fino al 18 e San Mauro saranno fermi per l’accertamento di due casi
di contagio. Negli altri stabilimenti come sindacato abbiamo chiesto di verificare fermate analoghe
per permettere in tutti la riorganizzazione utile a migliorare la condizione di salute e sicurezza.
Abbiamo chiesto inoltre che in questo primo gruppo fosse compresa anche Pregnana vista la
situazione di emergenza in tutta la Lombardi su cui l’azienda valuterà nelle prossime ore. Si è
registrato invece un ottimo stadio di avanzamento nella concessione e organizzazione dello Smart
working per il personale che può farvi ricorso (si sono superate le 4.600 persone su una platea che
potenzialmente potrebbe farvi ricorso di circa 6.700).
In ogni caso, nei prossimi giorni devono proseguire gli incontri con gli RLS in ogni unità produttiva
per verificare la corretta e puntuale implementazione delle misure previste dal Governo.
Confidiamo che nei prossimi giorni le Autorità pubbliche intervengano per varare le indispensabili
misure a tutela del lavoro e della salute, innanzitutto rendendo di nuovo reperibili dispositivi di
protezione individuale come le mascherine, definendo ammortizzatori sociali specifici per
fronteggiare la situazione di emergenza e contemplando permessi a carico Inps per i genitori che
hanno necessità di accudire i bambini. Perfino la possibilità di un fermo generalizzato, di cui si sta
parlando in questi giorni e che per sua natura non potrebbe certo portarsi all’infinito, sarebbe
probabilmente poco efficace se il tempo in quel modo guadagnato non fosse investito in un
potenziamento dei mezzi atti a contrastare l’epidemia sul lungo termine.
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