Nell’incontro di informativa annuale tenutosi oggi, la Direzione di Bosch è partita dalla considerazione che il processo di decarbonizzazione e di risparmio energetico dovrà essere accelerato, a causa degli elevati prezzi della energia. Altro driver per Bosch sarà la digitalizzazione, per cui nei prossimi anni sono stanziati ben 10 miliardi di euro di investimenti a livello globale.
Sempre a livello di gruppo, nel 2021, rispetto al 2020, si è registrato un incremento di fatturato di circa il 10% con un aumento degli utili del 50%, anche se l’Ebit continua a registrare valori ben al di sotto degli obiettivi che la multinazionale giudica necessari ad affrontare le prossime sfide di trasformazione. Nel 2022 le stime oramai quasi definitive mostrano una crescita del mercato di riferimento, ma anche il protrarsi della crisi dei semiconduttori e soprattutto una fortissima crescita dei prezzi delle materie prime e dell’energia; peraltro gli aumenti di costi non sono scaricabili interamente sui prezzi di vendita. Nel 2023 si teme un rallentamento dell’economia e quindi un indebolimento della domanda. Più in generale le pesanti sfide del futuro rischiano di far divergere obiettivi ecologici, economici e sociali. Per fronteggiare ciò, Bosch sta ad esempio impiegando sulle nuove tecnologie e produzioni in modo preponderante i propri dipendenti dopo un percorso di riqualificazione, piuttosto che far ricorso a nuove assunzioni.
In definitiva le prospettive risentono quindi del contesto sempre più complesso, a causa dell’aumento dei costi delle forniture, del probabile indebolimento della domanda, nonché delle problematiche derivanti dalla transizione energetica. Tuttavia la eterogeneità delle produzioni fa sì che la situazione sia molto differente per i vari stabilimenti. Alla multinazionale chiediamo quindi un confronto serrato sugli aspetti più critici della transizione energetica e un approccio alle realtà italiane improntato alla responsabilità sociale.
Uilm Nazionale