Si è tenuto oggi l’incontro nazionale annuale con Bosch, stavolta naturalmente in modalità online. La Direzione aziendale ha innanzitutto esposto le azioni intraprese contro la diffusione del covid-19, che hanno evitato lo scoppio di focolai interni, per poi illustrare la situazione industriale generale.
Già il 2019 era aveva registrato una contrazione del fatturato complessivo di Bosch del -0.9%, con un calo anche del margine operativo, passato al 3,5% del fatturato a fronte del 7% del 2018. I primi tre trimestri del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, mostrano una contrazione di fatturato soprattutto nei settori delle tecnologie industriali e della mobilità, mentre il settore dei beni di consumo ha avuto un andamento positivo; la ripresa delle vendite iniziata da luglio non sarà purtroppo tale da recuperare ciò che è stato perso nella prima parte dell’anno, tanto che il calo stimato complessivo per fine anno è del -9%, mentre quello degli stabilimenti italiani è stimato al -13%.
In un’ottica di lungo periodo il settore automotive, dopo il picco del 2017, presenta elementi di debolezza e di complessità strutturali. Bosch si sta adoperando per affrontare le nuove sfide, dalla guida autonoma alla elettrificazione. Quest’ultima peraltro è foriera di un grave impatto sul lavoro: a parità di valore aggiunto il fabbisogno di manodopera è difatti a pari 10 persone per i motori diesel, 3 per il benzina, e solo 1 per l’elettrico. Inoltre con RDE Experience Bosch ha voluto mostrare a istituzioni e media che le emissioni di diesel, benzina e ibrido sono assolutamente paragonabili e che quindi la demonizzazione del diesel di ultima generazione è ingiustificata.
Come Uilm abbiamo insistito su due priorità: quella del contrasto al covid-19 e quella della tutela occupazionale nella trasformazione in corso nel settore della mobilità. Per quanto concerne il primo aspetto, chiediamo di accelerare i tempi di tracciamento e di screening, nonché di dotare tutti gli stabilimenti di test rapidi da ripetere periodicamente, a partire da quelli che purtroppo risultano maggiormente colpiti, come lo stabilimento di Nonantola (Modena). Quanto invece alla tutela occupazionale, diventa ancora più urgente riprendere il confronto sulla diversificazione della produzione negli stabilimenti legati al motore termico, in particolare quello di Bari ancora in gran parte legato al diesel. Su entrambe le questioni abbiamo ricevuto una risposta in linea di principio positiva da parte della Direzione aziendale.
Uilm nazionale