“L’accordo raggiunto con Bosch per lo stabilimento di Bari è importante, poiché, a fronte di una dichiarazione aziendale di ben 700 esuberi, scongiura il rischio sia di chiusura sia di licenziamenti per il prossimo quinquennio; ma per noi rappresenta la base su cui condurre una battaglia di lungo periodo, vale a dire quella per la riconversione produttiva della fabbrica verso le nuove tecnologie”. Lo dichiarano Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, e Riccardo Falcetta, segretario della Uilm di Bari.
L’impegno di Bosch fino a tutto il 2027 – spiegano Ficco e Falcetta – a ricorrere solo ad ammortizzatori sociali conservativi e a uscite esclusivamente volontarie e incentivate, nonché a cercare nuove produzioni diverse dal diesel, rappresenta una garanzia di stabilità per i lavoratori, ma non è di per sé sufficiente ad assicurare la sopravvivenza della fabbrica di Bari sul lungo termine. La decisione europea di mettere al bando il motore endotermico e di sostituirlo con l’elettrico, ci obbliga difatti a compiere una difficile operazione di riconversione industriale. Attualmente ben l’80% della produzione è incentrato sul diesel, né sono sufficienti le nuove lavorazioni già individuate nell’intesa con la multinazionale”.
“A Bari come in gran parte del settore automotive, dobbiamo affrontare – concludono Ficco e Falcetta – la difficile sfida della transizione all’elettrico, una sfida che non possiamo vincere da soli come sindacato, ma che ha bisogno di un impegno straordinario delle Istituzioni. A Governo e Regione chiediamo innanzitutto di aiutarci a superare i limiti del jobs act in tema di ammortizzatori sociali; in mancanza di ciò rischieremmo di nuovo di non riuscire a tutelare appieno l’occupazione. Inoltre chiediamo il supporto pubblico ai processi di riconversione, così come stanno facendo le altre potenze industriali anche europee”.
Ufficio Stampa UIlm