“I risultati dell’Osservatorio Automotive di Fim Fiom Uilm e Federmeccanica presentati oggi segnano un altro passo avanti rispetto a un percorso iniziato con la firma del CCNL 2021, seguito con il documento condiviso del 3 febbraio 2022. Così abbiamo voluto segnalare ancora oggi la crescente preoccupazione per un settore che verrà letteralmente travolto dalla transizione ecologica e che ha bisogno di scelte chiare e coerenti da parte della politica”. Così il Segretario generale Uilm Rocco Palombella, a margine dell’evento odierno al Cnel.
“Cresce la preoccupazione – continua Palombella – per l’assenza di certezza nelle misure di accompagnamento a fronte di un processo di allocazione delle ingenti risorse del PNRR che come sappiamo proprio in queste ore sono messe in discussione a causa del forte ritardo del nostro Paese rispetto alle richieste dell’Ue”.
“Inoltre – aggiunge il leader Uilm – il nostro Governo si è astenuto sul voto rispetto alla data del 2035 per lo stop alla commercializzazione dei veicoli endotermici. Rimandare la discussione senza assumere decisioni in questo momento complesso, con il rischio di deindustrializzazione di un settore chiave dell’economia italiana, è controproducente. Le stesse aziende di automotive si stanno già organizzando, con investimenti e progetti che guardano al futuro. A tal proposito, invece, la decisione di istituire lo standard Euro 7 per i veicoli commerciali leggeri e i camion è in contraddizione con la scelta di puntare sull’elettrico, perciò occorre intervenire subito e rimuovere questa tappa intermedia fissata per luglio 2025”.
“Il nostro compito è quello di forzare la politica ad accompagnare la transizione ecologica mettendo in campo ogni azione possibile. La riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario a nostro avviso è uno degli strumenti utili a gestire le crisi industriali già aperte salvaguardando i posti di lavoro; servono poi investimenti infrastrutturali e tutte le azioni difensive necessarie al rilancio di questo settore; serve un maggior coinvolgimento dello Stato nella filiera, la condivisione e l’ascolto delle organizzazioni sindacali come accade in Germania, oltre a interventi articolati per supportare la transizione ecologica come accade in Spagna Francia e Germania”, conclude Palombella.
Ufficio Stampa UILM