“Speriamo che l’insediamento del tavolo sul settore automotive possa costituire un’occasione per elaborare e sostenere una politica industriale efficace, in grado di supportare quel processo di elettrificazione che rappresenta una sfida molto complessa per la filiera industriale europea e italiana in particolare”. Lo dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, al termine dell’incontro tenutosi al Ministero dello Sviluppo economico.
“Le politiche europee – spiega Ficco – stanno spingendo per una fortissima accelerazione del processo di elettrificazione e ciò pone una serie di problemi sia in termini di effettiva sostenibilità, ad esempio a causa della carenza nei maggiori centri urbani delle infrastrutture necessarie, sia in termini di ricadute industriali, con il rischio di favorire l’industria asiatica a discapito di quella europea. Il problema riguarda non solo i produttori finali ma anche e soprattutto il così detto indotto, che in Italia ha una forte vocazione alle esportazioni. Questa dinamica naturalmente si aggiunge ai problemi per così dire ordinari, che già sono oggetto di dure vertenze e di altrettanti tavoli istituzionali, nonché al connesso declino della produzione dei motori diesel, che in Italia mette a repentaglio più di una fabbrica”.
“Il Ministero dello Sviluppo economico e il Ministero del Lavoro, entrambi oggi presenti, hanno mostrato – conclude Ficco – una forte disponibilità all’ascolto; inoltre hanno sottolineato che la nuova normativa sugli ammortizzatori sociali consente di fornire una protezione che vada oltre la temuta scadenza di fine anno e che il nuovo concetto di mobilità non è più riducibile esclusivamente al tradizionale dell’auto; è emersa infine la volontà istituzionale di coinvolgere altri soggetti anche del mondo accademico. Speriamo in ogni caso che si passi presto ad azioni concrete e mirate, tanto più Germania e Francia si stanno già attivando per supportare la loro industria ad affrontare le trasformazioni e noi dobbiamo assolutamente fare altrettanto, per scongiurare il rischio di perdere competitività in un settore che attualmente dà occupazione a ben duecentosessantamila addetti nell’industria”.
Ufficio stampa Uilm