“L’Emilia-Romagna è uno dei territori principali per il nostro settore, con oltre 200 mila lavoratori occupati principalmente in imprese piccole e medie ma anche in aziende leader mondiali che costituiscono filiere produttive strategiche e all’avanguardia come automotive, packaging, elettrodomestico, siderurgia e molti altri. In questa regione abbiamo alcune importanti criticità come il futuro incerto di Industria Italiana Autobus, unica azienda pubblica che produce autobus ma che si trova in gravi difficoltà economiche e produzione ferma nonostante abbia commesse pubbliche. Per questo i lavoratori sciopereranno per otto ore il prossimo 6 luglio e saranno presidio sotto al MIMIT il 7 luglio in occasione dello sciopero nazionale. Inoltre ci preoccupa il futuro del sito di Crevalcore di Marelli, incentrato sul motore endotermico, che ad oggi non ha un progetto di riconversione, oltre al calo di attività e ordini in alcune realtà del settore automotive e siderurgico, con il ricorso alla cassa integrazione per qualche giorno a settimana. Da questo territorio parte un messaggio forte e chiaro nei confronti di un Governo immobile: riportare al centro il lavoro e il rilancio industriale per evitare una desertificazione della manifattura che rappresenterebbe un dramma per il nostro Paese”. Lo dichiara Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, in occasione dell’Assemblea regionale Fim Fiom Uilm, svoltasi a San Lazzaro (Bologna), in vista dello sciopero nazionale del 7 e 10 luglio.
“L’Emilia-Romagna è stata colpita fortemente da alluvioni e fenomeni atmosferici senza precedenti che hanno causato vittime e danni ingenti – sottolinea il leader Uilm – e proprio da qui ribadiamo la necessità imprescindibile di accelerare sugli interventi per una transizione ecologica giusta, che salvaguardi l’occupazione e il patrimonio produttivo. Non possiamo più attendere, è l’ora delle scelte strutturali”.
“In Italia abbiamo oltre 50 mila metalmeccanici interessati da decine di crisi aziendali, il 70% del totale delle vertenze aperte al MIMIT – aggiunge Palombella – dopo mesi di annunci senza interventi concreti, di mancanza di ascolto e di condivisione di scelte, di rinvii di scelte importanti in rilevanti casi come l’ex Ilva oppure sulla sfida epocale della transizione ecologica, di assenza di strategia e politiche industriali, abbiamo deciso di indire uno sciopero nazionale di 4 ore per il 7 e 10 luglio”.
“Non possiamo accettare in silenzio il lento e inesorabile declino industriale del nostro Paese, non possiamo rimanere fermi davanti al rischio di perdere intere filiere produttive, fiori all’occhiello del Made in Italy in tutto il mondo – conclude – Dal Governo ci aspettiamo che si passi dalle parole ai fatti e si avvii un confronto effettivo e proficuo sul futuro del lavoro, della manifattura, sulla transizione ecologica e gli investimenti da mettere in campo. Il tempo è scaduto, altri Paesi sono in netto vantaggio e rischiamo di raccogliere solo macerie”.