Il sistema industriale nazionale sta attraversando congiuntamente una crisi produttiva e di trasformazione, che in assenza di investimenti, continuerà a scaricare sulle lavoratrici e sui lavoratori il rischio occupazionale. Allo stesso tempo, la crescita degli infortuni sul lavoro è un fenomeno inaccettabile in un paese civile.
Già nel corso degli anni precedenti abbiamo assistito ad una riduzione dei lavoratori dell’industria, dall’elettrodomestico, dalla siderurgia, all’automotive, alle installazioni. C’è una responsabilità del sistema delle imprese, a partire dalle multinazionali a casa madre italiana ed estera, nel processo di desertificazione industriale che dal Mezzogiorno rischia di coinvolgere l’intero Paese. Le richieste di utilizzo degli ammortizzatori sociali aumentano di giorno in giorno da parte delle aziende più piccole fino alle grandi, mentre le coperture diminuiscono.
E’ il sistema industriale italiano ad essere in crisi, tra aziende a rischio e altre che per aumentare i profitti non investono e delocalizzano. Il quadro complessivo di assenza di politiche per la competitività del paese accelera questa emorragia.
I metalmeccanici hanno avanzato proposte precise e si sono mobilitati con gli scioperi del 14 giugno e 31 ottobre 2019 affinché si argini la crisi e si rilanci l’occupazione attraverso gli investimenti in innovazione e formazione. E’ necessario un confronto stabile sull’industria metalmeccanica con il Governo ed il sistema delle imprese. Fim, Fiom e Uilm perseguono l’obiettivo di proteggere e promuovere il lavoro in questa fase di transizione ecologica e digitale del sistema industriale. A questo proposito è necessario aggiornare i trattati ed i vincoli europei per consentire il rilancio dell’industria. La legge di bilancio continua a non avere, in modo adeguato, un piano di investimenti per la salvaguardia del patrimonio manifatturiero e per l’innovazione industriale. Gli investimenti in formazione e tecnologia sono in calo.
Per queste ragioni i delegati di Fim, Fiom e Uilm, riuniti in assemblea nazionale unitaria, ritengono una questione generale per il Paese lo stato di crisi dell’industria e per questa ragione ritengono necessario
chiedere a CGIL, CISL e UIL un lavoro comune
per il lancio di una mobilitazione generale.
Inoltre Fim, Fiom e Uilm aderiscono alla mobilitazione del 29 novembre “Fridays for Future” organizzata dal Movimento degli Studenti in tutti i paesi del mondo.
In più esprimono grande preoccupazione per l’emergere di rigurgiti xenofobi e neofascisti che vanno arginati con una reazione forte del movimento dei lavoratori.
Fim Fiom e Uilm si impegnano a costruire iniziative, manifestazioni territoriali e nazionali a partire dalla siderurgia e a seguire su tutti i settori automotive, elettrodomestico, informatica, installazioni per sostenere la vertenza nazionale verso le istituzioni ed il sistema delle imprese per l’occupazione, ed il rilancio attraverso gli investimenti nei settori strategici per il futuro dell’Italia in Europa e nel mondo.
Fim Fiom UIlm Nazionali