Nella giornata di lunedì 2 dicembre, si è tenuto l’incontro tra il Gruppo TRIVIUM e il Coordinamento Nazionale di FIM, FIOM e UILM, unitamente a tutte le RSU dei vari siti produttivi operanti in Italia.
Tale incontro, previsto dalla normativa del CCNL, si svolge tutti gli anni, ed ha un aspetto informativo, per tutti gli stabilimenti, sia per i risultati raggiunti nel corso dell’anno corrente, ma soprattutto, per quelli che l’azienda si prefigge di raggiungere nel prossimo anno, cioè il 2020.
Quest’anno, però, oltre a questi due aspetti, il consuntivo del 2019 ed il budget preventivo del 2020, la discussione si è incentrata maggiormente, sul nuovo assetto societario: infatti, è già operante TRIVIUM Metal Packaging
Questa società è così composta:
- 57% dal Fondo ONTARIO TEACHER’S + il Gruppo EXAL
- 43% da ARDAGH
Questo nuovo gruppo ha 60 siti nel mondo, di cui 54 in Europa, e fattura circa 2,7 miliardi di euro. La nuova proprietà dell’azienda ha una composizione mista, cioè, per una parte il fondo di investimento dei professori in pensione dell’Ontario (CANADA), e per l’altra parte è un partner industriale argentino, che ha espresso anche il nuovo CEO, Michael Mapes.
Dall’incontro, il Coordinamento Nazionale e le RSU di tutti i siti italiani, abbiamo chiesto maggiori informazioni circa i possibili sviluppi industriali che il nuovo CEO ed il suo management intendono dare al nuovo gruppo, ma le risposte avute sono state abbastanza generiche ed attendiste.
Infatti, nelle prossime settimane il nuovo gruppo intende avvalersi di una società specializzata in indagini di clima aziendale, per poi successivamente costruire un piano industriale, che coinvolgerà tutti i siti TRIVIUM nel mondo.
Per questo, abbiamo chiesto ed ottenuto, di incontrarci nei primi 7 mesi del 2020, per valutare gli scenari che il nuovo gruppo vorrà delineare, anche perché il Gruppo Ardagh ha già effettuato una sua ristrutturazione, con gli accorpamenti dopo l’acquisizione del Gruppo IN.CAM., che vede ancora una sua coda, negli stabilimenti del sud, di Castel San Giorgio e di Cava de’ Tirreni.
Ora è il tempo di mettere a sistema le sinergie che sono derivate da quel periodo, quindi vanno rafforzati i siti con investimenti e organizzazioni del lavoro, che sempre più devono vedere la partecipazioni dei lavoratori, attraverso i loro rappresentanti RSU.
Il Coordinamento Nazionale di FIM, FIOM e UILM è consapevole che questo gruppo è inserito in un settore maturo, con un’alta concorrenza tra i diversi competitor, presenti in Italia, ma non solo, e siamo convinti che le nuove sfide si possano affrontare solo con la responsabilità, con cui ci siamo, insieme a tutti i lavoratori, sempre approcciati ai problemi, per cui non accetteremo forzature o prese di posizioni unilaterali da parte del nuovo Gruppo, senza avere la possibilità di poterne condividere obbiettivi e strategie.
Fim Fiom Uilm nazionali