“La più grande acciaieria europea è come un malato terminale, in agonia e da un momento all’altro si spegnerà. Con la fermata di Taranto mancheranno le materie da lavorare per gli stabilimenti di Novi Ligure e Cornigliano. Mentre si sta parlando di questioni legali, la produzione si sta fermando ed è la fine di tutto. È un quadro desolante e pericoloso“. Così Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, sulla situazione stabilimenti Ex Ilva.
“A Taranto – dichiara il leader Uilm – è stata chiusa una linea di agglomerato su due, sono stati chiusi il treno nastri 1, il treno lamiere, tubifici 1 e 2, laminatoio a freddo, decapaggio del treno a freddo, le colate continue sono diminuite da 5 a 3. Rimangono in funzione in alternanza le acciaierie 1 e 2 e il Tubificio Erw. È uno stabilimento agonizzante”.
“Purtroppo – prosegue – tanti esponenti politici, nazionali e locali, parlano del futuro dello stabilimento senza conoscerne il ciclo produttivo. Il sito di Taranto senza l’area a caldo non ha un futuro sostenibile economicamente”.
“Il grave incidente di stamattina – continua- a Taranto, fortunatamente senza feriti, è dovuto alla mancanza di programmazione, manutenzione e sostituzione di prodotti refrattari in uno stabilimento ormai in una fase terminale”.
“Non è possibile – conclude – che si continui a parlare solamente del contenzioso giudiziario mentre gli stabilimenti si stanno fermando, con effetti irreversibili per la continuità produttiva”.