ArcelorMittal; Palombella (Uilm): “Azienda dichiara cassa integrazione ordinaria. Fatto grave”

“La comunicazione arrivataci da ArcelorMittal a pochi giorni dall’incontro di lunedì prossimo è grave, inopportuna e sbagliata”. Così il Segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, commenta la decisione dell’azienda di voler ricorrere allo strumento della cassa integrazione ordinaria per 13 settimane, a partire dai primi di luglio, per lo stabilimento di Taranto. Il provvedimento riguarderebbe un massimo di 1.395 lavoratori, comprensivi anche dei lavoratori dei servizi a supporto della produzione, con la fermata di treno nastri 1, colata continua 5, e laminazione a freddo. “Le ripercussioni ci sono anche per gli altri stabilimenti ex Ilva d’Italia dove si utilizzeranno piano di smaltimento ferie per far fronte alla riduzione dei volumi produttivi”, aggiunge Palombella.

“Non si era mai verificato prima che a pochi mesi dall’acquisizione un’azienda facesse ricorso alla cassa integrazione ordinaria”, continua il leader dei metalmeccanici della Uil. “Siamo consapevoli che esiste un problema di riduzione della produzione di acciaio in Europa provocata dalla crisi dell’auto in particolare e non solo, ma anche per effetto dell’importazione di acciaio da Paesi terzi, Turchia e Cina in particolare, che hanno la possibilità di invadere i nostri mercati con prodotti a bassissimo costo. Tuttavia – continua – ArcelorMittal è un grande produttore di acciaio, visti gli oltre 90 milioni di tonnellate di produzione annue, pertanto chiediamo con fermezza che in Italia mantenga inalterati i livelli produttivi previsti dal piano industriale, come dall’accordo stipulato il 6 settembre 2018 al ministero dello Sviluppo economico”.

“Quel che è certo – dice ancora Palombella – è che dobbiamo fare in modo che gli investimenti di ambientalizzazione, quelli sugli impianti e le bonifiche proseguano come da accordi. Lunedì chiederemo garanzie, tempi di scadenza e impegni precisi e ci aspettiamo che questo annuncio venga ritirato. Sarebbe un segnale sbagliato per i lavoratori di ArcelorMittal, ma soprattutto lancerebbe un messaggio di disperazione per quelli in Amministrazione Straordinaria che vedrebbero allungarsi ulteriormente i tempi di reintegro in azienda. Non solo – conclude Palombella – sarebbe un brutto colpo per l’intera città di Taranto e per chi crede nel rilancio e nel consolidamento della siderurgia in Italia”.