“I lavoratori dell’ex Ilva di Taranto stanno aderendo in massa allo sciopero di otto ore su tre turni proclamato da Fim Fiom Uilm e Ugl per impedire l’utilizzo della cassa integrazione. Al primo turno la percentuale è di circa l’80%. Si sono fermati diversi impianti tra altoforni, acciaierie, laminatoi, servizi, manutenzione, ma non solo. Hanno partecipato numerosi anche i lavoratori delle ditte in appalto”. Lo dichiara Rocco Palombella, Segretario generale Uilm.
L’ultimo sciopero di questa portata risale a ottobre 2017 quando AM InvestCo e commissari straordinari inviarono la comunicazione art. 47 ai ministeri interessati e alle organizzazioni sindacali per il trasferimento di Ilva in ArcelorMittal. Le condizioni di assunzione all’epoca prevedevano 4mila esuberi, senza il mantenimento dei livelli retributivi, di inquadramento e di anzianità. Anche in quel caso l’adesione dei lavoratori fu altissima.
“Per questo – piega Palombella – la giornata di oggi è importante non solo per evitare la cassa integrazione, ma per evidenziare come i lavoratori siano preoccupati per il loro destino e per gli investimenti del piano ambientale che dovrebbero garantire il futuro dello stabilimento e della città di Taranto. Ci auguriamo – conclude – che l’incontro di oggi al ministero dello Sviluppo economico tra azienda e Ministro, che anticipa quello del 9 con le parti sindacali, serva a chiarire la questione legata al tema dell’immunità, ma anche a scongiurare che ArcelorMittal prosegua in modo unilaterale con la procedura della cassa integrazione”.
Roma, 4 luglio 2019