L’incontro di ieri alla Presidenza del Consiglio non ha sbloccato la difficile vertenza Alcoa, per salvare la produzione di alluminio primario in Italia.
Il Governo dopo aver descritto il lavoro svolto, anche verso la Commissione Europea, che avrebbe prodotto “piccoli passi” avanti nella verifica dei provvedimenti italiani sull’energia, ha proposto un ulteriore rimando ad un nuovo incontro per il 22 febbraio, con la precisa richiesta di non interrompere la produzione negli impianti di Fusina e Portovesme e accantonare la procedura di cassa integrazione.
Per la prima volta, in questa difficile trattativa, l’azienda non ha obiettato con le solite argomentazioni sulla necessità di fermare transitoriamente gli impianti.
La posizione espressa da Fim, Fiom, Uilm, unitamente a Cgil, Cisl, Uil Nazionali, è stata quella di aderire alla proposta, con due precise richieste:
- la proposta di non interrompere la produzione nei due stabilimenti deve significare la garanzia del funzionamento di tutte le celle elettrolitiche in marcia, la normale alimentazione di tutte le materie prime, a partire dall’allumina, dal carbon coke e dalla pece, per la costruzione degli anodi, e tutto quello necessario anche per le urgenti manutenzioni agli impianti; in particolare, visto che parte dell’impianto di costruzione degli anodi di Fusina è stato fermato, è necessario che l’impianto di Portovesme produca gli anodi necessari anche per Fusina;
- Inoltre, per le organizzazioni sindacali, resta ferma la richiesta di salvare comunque la produzione di alluminio primario in Italia, verificando fino in fondo la volontà di Alcoa di continuare l’attività, in entrambi i siti, pretendendo programmi e piani industriali che diano certezze per il futuro, oppure si garantisca da parte del Governo e delle Regioni, anche attraverso il commissariamento e una gestione straordinaria, la continuità dell’attività produttiva sotto un’altra gestione.
A questo punto, l’impegno maggiore dei prossimi giorni, da parte delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori negli stabilimenti, dovrà essere quello del controllo e della verifica che gli impegni, che al tavolo del Governo anche l’azienda ha preso, siano immediatamente realizzati. Sono questi i passi decisivi per salvare la produzione italiana di primario e dell’intera filiera dell’alluminio (estrusione, laminazione, ecc.).
La mobilitazione di questi mesi, costruita insieme ai territori, alle popolazioni, alle Istituzioni, che ha fatto diventare la lotta dei lavoratori di Alcoa una battaglia emblematica per la difesa di produzioni industriali strategiche, deve continuare fino alla fine. Non molleremo mai!
FIM, FIOM, UILM NAZIONALI
CGIL, CISL, UIL NAZIONALI
Roma, 12 febbraio 2010