Mario Ghini, Segretario nazionale della Uilm intervistato da Veronica Marino dell’Adn Kronos
Il testo integrale dell’agenzia di stampa
Ad Alcoa non conviene poi troppo chiudere baracche e burattini e volgere lo sguardo oltre l’Italia. Il governo, infatti, ha più di un asso nella manica da giocare nei confronti della multinazionale americana. Ed è bene, secondo i sindacati, che si prepari a calarli uno dopo l’altro. Chiacchierando con il leader dei metalmeccanici della Uil Mario Ghini (che riferisce riflessioni «condivise da tutti sindacati», appare chiaro che la fideiussione, firmata anni fa da Alcoa per ottenere le tariffe agevolate, ora pende sulla testa dell’Azienda onerosamente. Si tratta, infatti, di poco meno di 300 milioni di euro che il governo «può chiedere di incassare in qualsiasi momento su mandato di Bruxelles». La Commissione Ue, infatti, a novembre, dopo aver stabilito che le tariffe energetiche scontate di cui ha beneficiato il colosso dell’alluminio sono aiuti di Stato (e quindi violano le norme comunitarie), ha chiesto ad Alcoa di «restituire i soldi risparmiati» e allo Stato italiano di «esigere la fideiussione quando lo ritiene», vale a dire senza specificare un tempo limite entro cui farlo. Si tratta, in particolare, di una fideiussione frutto di un accordo tra Alcoa e il governo italiano in base alla quale la multinazionale ha ottenuto la proroga degli sconti sulla bolletta energetica garantendo però che, in caso di contestazioni comunitarie all’Italia, avrebbe pagato lei.
Ma non è l’unica carta che il governo può mettere sul tavolo per persuadere Alcoa. C’è dell’altro. «Noi sindacati – spiega Ghini – abbiamo chiesto al governo di mettere in piedi tutti gli strumenti a sua disposizione per convincere Alcoa a desistere dalla sua intenzione di chiudere Portovesme e Fusina e, tra gli strumenti del governo, oltre alla messa in pagamento della fideiussione, c’è anche la richiesta immediata di sostenere tutti i costi della bonifica dei siti produttivi come è d’obbligo in base alla ‘Seveso 2’». «Il governo, inoltre – osserva il leader della Uilm – può anche mettere in campo strategie che rendano i siti appettibili per altri acquirenti, come è il caso di specifici percorsi formativi e incentivi ad hoc. Misure che una Regione a statuto speciale come la Sardegna, può realizzare anche con più facilità». Per capire come andranno le cose bisognerà aspettare comunque l’8 febbraio prossimo quando alle 19,30 governo, sindacati e vertici di Alcoa si riuniranno nuovamente a palazzo Chigi.
Ufficio Stampa Uilm
Roma, 3 febbraio 2010