Finalmente è arrivata la convocazione, al Ministero dello Sviluppo Economico, dell’incontro di verifica definitivo sulla vertenza Alcoa, per il pomeriggio di martedì 26.
Contemporaneamente in queste ore il Consiglio dei Ministri ha varato, in conseguenza della grande pressione esercitata dai Lavoratori e dalle OO. SS., il decreto legge per incrementare la sicurezza del sistema elettrico nelle isole maggiori, compresa quindi la Sardegna, dal quale deriveranno minori costi per le aziende coinvolte.
Il periodo chiesto dall’azienda per ulteriori approfondimenti sui termini e gli effetti delle misure sulla fornitura energetica che gli sono state proposte è quindi ampiamente scaduto.
A questo punto non possono più esserci alibi per ALCOA: il Governo, forte degli impegni assunti per garantire alla Multinazionale un costo energetico in linea con i Paesi Europei, deve far valere le ragioni per far continuare la produzione strategica di alluminio primario in Italia, così come l’azienda deve abbandonare definitivamente l’idea di fermare gli impianti e proprio per queste ragioni abbiamo come OO.SS. già dichiarato nei giorni scorsi irricevibile la procedura di cassa integrazione poiché riteniamo che applicando concretamente le misure energetiche predisposte, vengono a cadere tutti i presupposti che hanno prodotto tale richiesta.
C’è da domandarci altrimenti, come mai le misure messe in campo dal Governo, vengono considerate utili da tutte le altre aziende interessate agli alti consumi energetici e non da Alcoa.
Con questo spirito, come Uil e Uilm assieme alle Rsu Uilm degli stabilimenti di Portovesme e Fusina, andremo all’incontro di martedì, con la consapevolezza che se Alcoa non intendesse tornare indietro dalle decisioni annunciate e la trattativa non dovesse dare risultati positivi, il Governo dovrà mettere in campo tutti gli strumenti utili e necessari a mantenere la produzione di alluminio in Italia garantendo
Uil Confederale
Uilm Nazionale
la continuità produttiva dei siti di Portovesme e Fusina.
Roma, 22 gennaio 2010