La verifica sul costo dell’energia per gli stabilimenti Alcoa in Italia si è svolta ieri al Ministero dello Sviluppo Economico, oltre a Governo, azienda, sindacati e istituzioni locali, erano presenti l’Autorità per l’energia e Terna.
Tutte le autorità competenti hanno riconosciuto che l’applicazione delle misure predisposte dal Governo portano, a partire dall’1 gennaio 2010, ad un costo dell’energia compreso in una forbice tra i 28 e i 32 Euro/Mwh, quindi, completamente allineati con quelli medi europei. Pertanto, a nostro giudizio, il Governo ha risposto in modo efficace alle richieste poste da Alcoa e sostenute dalle Organizzazioni Sindacali.
La questione dei costi dell’energia per Alcoa è quindi risolta, assieme a quella di altre 70 aziende con alti consumi energetici, che hanno presentato domanda per accedere a questi nuovi strumenti. Ma Alcoa non ha voluto riconoscere questi risultati. L’azienda sostiene che permarrebbero ancora aspetti critici che potrebbero non garantire nel tempo questi risultati, a partire dalla verifica di legittimità della Commissione Europea. Secondo il Governo questa eventualità non sussiste in quando non si tratta evidentemente di aiuti di Stato. L’azienda ha chiesto di avere ancora una decina di giorni di tempo per ulteriori verifiche, ma contemporaneamente intende avviare immediatamente la procedura per la Cassa integrazione per i lavoratori dei due stabilimenti di Portovesme e Fusina.
Risulta evidente quindi la strumentalità degli argomenti dell’azienda e la volontà di un suo disimpegno produttivo in Italia e la malcelata intenzione di chiudere gli stabilimenti.
Nel corso dell’incontro abbiamo addirittura appreso che Alcoa non avrebbe ben compreso i contenuti e gli effetti di tutte le misure proposte e che, dopo aver fatto domanda per partecipare all’asta per l’assegnazione di energia con le nuove misure predisposte, ed essere stata ammessa, non ha proceduto ad attivare un contratto di fornitura con un produttore di energia entro il 31 dicembre 2009. Quindi, in questo momento, la misura di agevolazione sull’interconnessione non è applicata ad Alcoa unicamente per sua responsabilità.
Il Governo, attraverso il Ministero dello Sviluppo Economico, si è impegnato a mettere per iscritto, in una lettera che invierà alle parti, i risultati della corretta applicazione delle nuove misure per l’energia e a riconvocare le parti entro 10 giorni.
Per le Organizzazioni Sindacali, a maggior ragione, dopo la verifica positiva sugli strumenti messi in atto dal Governo, resta fermo il rifiuto di accedere alla Cassa integrazione e alla fermata degli impianti che metterebbe a rischio la ripresa produttiva nei due siti in Italia e chiedono che, assieme al Ministero dello Sviluppo Economico, il Governo ai massimi livelli politici si attivi per costringere Alcoa a mantenere l’impegno produttivo in Italia e garantire in ogni modo la continuità produttiva dei siti di Portovesme (Carbonia-Iglesias) e Fusina (Venezia).
Per questi obiettivi la mobilitazione dei lavoratori continuerà con ulteriori iniziative nei prossimi giorni a Portovesme e a Fusina, a partire dalle assemblee dei lavoratori che saranno convocate nelle prossime ore, con iniziative che coinvolgano le comunità e le Istituzioni locali e la programmazione di una manifestazione nazionale a Roma.
Fim, Fiom, Uilm, Cgil, Cisl, Uil nazionali fanno appello a tutte le Istituzioni nazionali, regionali e territoriali, alle forze politiche e all’opinione pubblica affinché si eserciti il massimo di pressione sulla direzione aziendale della multinazionale americana, per impedire il rischio di distruzione di un apparato industriale strategico per il paese e decisivo per il futuro dei lavoratori e delle popolazioni dei territori interessati: bisogna impedire la chiusura di Alcoa.
CGIL, CISL, UIL NAZIONALI
FIM, FIOM, UILM NAZIONALI
Roma, 8 gennaio 2010