“Oggi non siamo andati al Ministero per parlare di accordo di programma. C’è bisogno di portare la discussione sulla terra, tra comuni mortali. Noi nel 2018 abbiamo fatto un accordo, l’unico sottoscritto dal sindacato, dove abbiamo stabilito 3.700 esuberi per 10.700 assunti in AMI con alcune garanzie: zero cassa integrazione per gli assunti. Eppure pochi mesi dopo è partita la cassa integrazione. Era stato stabilito il tetto di 6 milioni di tonnellate di produzione come indispensabile per l’equilibrio finanziario, livello di produzione mai raggiunta. Anzi siamo passati da 8 milioni e mezzo del 2016 ai 3 milioni del 2022. A marzo dello scorso anno è stata concessa la cig per 2500 lavoratori, senza accordo sindacale. E che fine fanno i 1.700 lavoratori di Ilva in AS e i 2000 dell’appalto? Tutto questo porta alla chiusura prima dell’area a caldo e poi di tutti gli stabilimenti. Sulla pelle dei lavoratori non si scherza”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella dopo l’incontro al Mimit con Urso.
“Dell’accordo di programma noi non sappiamo che farcene – continua – Ci sono due altoforni a fine campagna, hanno 1 anno di vita, un terzo altoforno nel ha forse 2, non sono mai iniziati i lavori per l’altoforno 5. E quando iniziano quelli per il forno elettrico? A Piombino abbiamo eliminato l’altoforno per il forno elettrico e non se n’è fatto più niente”.
“ArcelorMittal – conclude Palombella – non ha rispettato una sola cosa da quando è arrivata. I lavoratori hanno perso la fiducia. Taranto ha bisogno di occupazione e di futuro, per questo è arrivato il momento dì affidare agli avvocati il rispetto dell’accordo del 2018. Io la parola fine non la scriverò mai. Lotterò fino all’ultimo lavoratore”.