PER MEL UN INTERVENTO URGENTE, O SARÀ CHIUSURA.
Il giorno 10 novembre si è tenuto un incontro a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo economico, fra Fim, Fiom, Uilm e la direzione aziendale dell’Acc, avente ad oggetto la cessione del comparto motori, nonché le prospettive del comparto compressori.
Per quanto concerne il comparto motori, l’Acc ha confermato di aver stipulato un preliminare di cessione del comparto motori, in particolare dello stabilimento di Comina (Pordenone) e dello stabilimento ungherese, con la giapponese Nidec, multinazionale già attiva nella produzione di motori, ma non ancora nella produzione di motori per grandi elettrodomestici. Il preliminare, espletata la procedura di consultazione sindacale, dovrebbe condurre alla vendita definitiva dopo il 9 dicembre ed in ogni caso entro fine anno. Secondo quanto riferito dalla stessa Acc, inoltre, la Nidec offrirebbe garanzie di solidità finanziarie e porterebbe con sé una considerevole dote di tecnologie e capacità di penetrazione del mercato.
Pur riconoscendo la solidità e l’importanza internazionale del gruppo Nidec, una compiuta valutazione sindacale potrà essere espressa solo dopo l’incontro previsto per il giorno 18 a Pordenone, incontro in cui gli acquirenti giapponesi si presenteranno alle Organizzazioni sindacali, illustrando le proprie intenzioni in merito al futuro industriale di Comina.
Tuttavia sin d’ora dichiariamo che chiederemo alla multinazionale giapponese precise garanzie occupazionali, contrattuali e produttive.
Per quanto concerne il comparto compressori, l’Acc ha dichiarato che i proventi derivanti dalla cessione del comparto motori serviranno a mettere definitivamente al sicuro la situazione finanziaria della società. Al contempo all’inizio del 2010, ascoltati gli azionisti, la dirigenza aziendale dell’Acc si ripromette di implementare un piano industriale, con la ripresa di investimenti di prodotto e di processo anche a Mel. Tuttavia l’AD di Acc, il dott. Ramella, ha dichiarato che il futuro di Mel sul medio periodo è legato alla capacità di raggiungere un livello di competitività comparabile con la fabbrica austriaca, in mancanza del quale lo stabilimento bellunese inevitabilmente si spegnerebbe, poiché il suo declino sarebbe nei fatti. In tal senso, la direzione aziendale dà la propria disponibilità a stanziare investimenti che portino l’attuale linea del K ad un livello di automazione analogo a quello delle linee austriache, nonché a garantire un aumento della produzione dello stesso K, a patto però che si raggiunga un accordo sindacale su orari di lavoro e flessibilità. Infine, già a marzo si pone il problema degli esuberi per la cessazione della Cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione, ma vi è la disponibilità dell’Azienda a venire in contro alle richieste sindacali di utilizzare tutti gli strumenti utili per escludere i licenziamenti, ad iniziare dalla Cassa integrazione in deroga.
L’incontro di oggi ha confermato i timori che pubblicamente dichiariamo da più di un anno, vale a dire che Mel, in mancanza di un intervento deciso, è destinata nei fatti alla chiusura. Per questo motivo, dichiariamo la nostra disponibilità ad un confronto sul tema degli orari e della flessiblità, ma rivendichiamo che l’Azienda assuma impegni precisi in ordine agli investimenti ed ai volumi produttivi e ribadiamo che l’Azienda deve impegnarsi a non licenziare nessun lavoratore dell’Acc. Infine reputiamo che il salvataggio di Mel non può passare esclusivamente attraverso la modernizzazione e la saturazione della linea del K, interventi questi della massima urgenza, ma deve prevedere nel medio periodo anche nuove produzioni, che sostituiscano il Q ed il Sigma, allorquando questi modelli cesseranno definitivamente di essere prodotti.
Uilm Nazionale
Roma, 11 novembre 2009