Si è tenuto ieri, martedì 24 marzo, un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico fra Fim, Fiom, Uilm ed ACC, al fine di interessare anche le Istituzioni governative alla vertenza in corso sul futuro delle fabbriche italiane.
L’ACC ha confermato il proprio sforzo, quasi del tutto ultimato, di trarre la società fuori dalle difficoltà finanziarie, determinate nel recente passato da alcune poste straordinarie, piuttosto che dal livello di indebitamento, di per sé ritenuto tollerabile. Inoltre l’ACC ha confermato la propria intenzione di separare il reparto compressori da quello motori, al fine di procedere alla vendita del comparto motori (quindi, per quanto concerne l’Italia, dello stabilimento di Pordenone); secondo la stessa azienda vi sarebbero tre potenziali acquirenti della divisione motori, la vendita dovrebbe avvenire in modo aperto e trasparente, simile ad un’asta, così da assicurare il massimo ritorno economico, ed i proventi per la maggior parte sarebbero comunque reinvestiti nella divisione compressori. Relativamente, invece, alla divisione compressori (quindi, per quanto concerne l’Italia, allo stabilimento di Belluno), l’intenzione dell’ACC è quella di non operare alcuna vendita per i prossimi 18 mesi, benché la natura stessa dell’azionariato (fondi di investimento) possa far presagire la possibilità di una successiva vendita; infine è stata asserita da parte aziendale la volontà di mantenere un equilibrio fra gli stabilimenti italiani ed austriaci, tuttavia è stato anche detto che oggi non è possibile tornare indietro sulle decisioni e le azioni fino ad ora compiute che – come le organizzazioni sindacali hanno a più riprese denunciato e come l’ACC ha finalmente ammesso – hanno depauperato la fabbrica di Belluno in favore di quella austriaca.
Fim, Fiom, Uilm hanno ribadito che, proprio alla luce di quanto spiegato dall’ACC durante l’incontro, la separazione della divisione compressori da quella motori rappresenta un errore: da una parte, la vendita del reparto motori “all’asta” rappresenta un salto nel buio, poiché tiene conto solo del ritorno economico e non anche del futuro industriale ed occupazionale; dall’altra, non è possibile tenere in equilibrio gli stabilimenti italiani ed austriaci senza ritornare sulle azioni intraprese fino ad oggi e senza allocare nuovi prodotti a Belluno, in vista dell’esaurimento della produzione dei vecchi modelli Q e Sigma. Per queste stesse ragioni si chiede alle Istituzioni locali e centrali di seguire la vertenza e di monitorare i suoi sviluppi.
Il Ministero, nella persona del dott. Castano, ha espresso la volontà di approfondire la vicenda e seguirne attivamente gli sviluppi, riservandosi anche di svolgere presso la sede istituzionale successivi incontri. Infine anche da parte ministeriale è stata espressa la preferenza per soluzioni che preservino l’integrità del Gruppo ACC.
Fim-Fiom-Uilm Nazionali
Roma, 25 marzo 2009