Lettera Fim-Uilm inviata al Segretario generale del Fism, Jyrki Raina

Prot. GF/RP/ga/141010/157
Rome 14 October 2010 
To General Secretary of IMF
Jyrki RAINA
 Dear Jyrki,
Pur avendo apprezzato lo sforzo, tuo e della FISM, di ristabilire un equilibrio nei rapporti con tutti i sindacati affiliati in Italia, con il messaggio di supporto alla manifestazione nazionale di CISL e UIL del 9 ottobre e il puntuale resoconto sul vostro sito web, rimaniamo convinti che il contenuto della lettera inviata alla FIOM-CGIL a settembre, nella frase in cui si afferma: “La FISM è con voi nella lotta contro gli attacchi del Governo, di Confindustria e della Fiat contro il contratto nazionale, lo Statuto dei lavoratori e la stessa Costituzione”, esuli da una semplice e legittima adesione e sostegno alle iniziative di lotta dei sindacatiaffiliati ed entri, a gamba tesa, sui temi che hanno causato una profonda divisione e rottura dei rapporti sindacali tra la FIOM-CGIL da una parte e FIM-CISL e UILM-UIL dall’altra.
Il giudizio politico sul Governo italiano e le sue politiche, qui non centra! Non è questo il terreno di scontro. Il riferimento, invece, al Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) e alla FIAT, hanno a che fare sul merito sindacale delle divisioni. Tra chi negli ultimi dieci anni (la FIM-CISL e la UILM-UIL), ha rinnovato regolarmente il CCNL difendendolo e migliorandolo – con il consenso democratico dei propri organismi e delle centinaia di migliaia dei propri iscritti che, sommati tra loro, sono la maggioranza dei lavoratori metalmeccanici sindacalizzati. E tra chi (la FIOM-CGIL), su cinque rinnovi del CCNL, ne ha firmato solo due e non è stato in grado di conquistarne uno migliore e di dire ai suoi iscritti di rinunciare alla copertura contrattuale garantita dai risultati ottenuti dagli altri sindacati.
Tra chi (la FIM-CISL e la UILM-UIL) ha assunto la responsabilità di firmare con la FIAT un “accordo di concessioni” su turni, straordinari, pause e assenteismo anomalo (ma non sul salario, che peraltro aumenterà), per garantire un nuovo investimento che “metterà in sicurezza” lo stabilimento di Pomigliano-Napoli (destinato, altrimenti, a chiudere) e l’occupazione di oltre 15 mila persone (tra FIAT e supply chain), in un territorio in buona parte controllato dalla Camorra, con livelli altissimi di disoccupazione e lavoro irregolare. Tra chi (la FIOM-CGIL) ha deciso di non firmare l’accordo e, per giustificare questa scelta ha sollevato questioni d’incostituzionalità sulla presunta negazione del diritto di sciopero (che in Italia, è riconosciuto a ogni individuo, non ai sindacati).
L’accordo introduce, è vero, una clausola che impegna i sindacati firmatari a rispettare quanto sottoscritto, riguardo agli straordinari comandati di sabato, a garanzia del 18° turno di lavoro. Le sanzioni in caso di non rispetto riguardano loro e non i singoli lavoratori. E, se ci sono dubbi interpretativi sul testo, basterebbe chiederlo a uno studente di giurisprudenza. In Italia, come altrove, esiste una gerarchia delle fonti del diritto, per cui un accordo tra le parti sociali non è superiore alla norma di legge e, quest’ultima, non è superiore all’ordinamento costituzionale. Per questo affermare che l’accordo FIAT su Pomigliano costituisce un attacco alla Costituzione è del tutto privo di fondamento giuridico. Per queste ragioni è grave che si sia avvallata la tesi, conoscendoci, che noi saremmo sindacati che firmano accordi contro i diritti fondamentali dei lavoratori.
Sulle accuse di ledere la democrazia, la costituzione, il diritto di sciopero e di cancellare il CCNL con l’introduzione di deroghe, la FIOM-CGIL ha costruito la sua campagna diffamante nei nostri confronti. Come ha scritto un famoso giurista del Partito Democratico, su Pomigliano “il falso fa più male” degli atti incivili contro le sedi sindacali della CISL (che tra l’altro si sono verificati anche in questi giorni a Terni, a Teramo, alla Garbatella di Roma ecc.). Il clima d’intolleranza, le azioni d’intimidazione e aggressione verbale e fisica verso sindacalisti e rappresentanti dei lavoratori di FIM-CISL e UILM-UIL sono la conseguenza delle false accuse che ci sono rivolte dai dirigenti della FIOM-CGIL nazionale e periferica. Le tardive e timide condanne degli episodi più gravi non hanno, infatti, posto alcun freno al ripetersi di questi atti. Anzi chi li ha compiuti e/o rivendicati marcerà sabato alla manifestazione nazionale della FIOM-CGIL.
Come puoi ben capire, in questo contesto, i contenuti della lettera FISM alla FIOM-CGIL sono interpretati come una condivisione e copertura internazionale a tutto ciò. Aver, quindi, scritto e inviato quella lettera, prima di aver ascoltato tutti i sindacati affiliati (tra l’altro Giuseppe Farina è anche membro titolare dell’Esecutivo FISM in rappresentanza della regione Sud) è stato un errore, che può compromettere i rapporti di fiducia.
Abbiamo riflettuto e discusso a lungo con i nostri rispettivi uffici internazionali, prima di scriverti questa lettera congiunta. La nostra conclusione è che, in primo luogo, non ha più ragione d’essere l’affiliazione unitaria delle tre federazioni sindacali italiane alla FISM. La sigla FLM, con cui siamo affiliati insieme alla FISM – stante l’atteggiamento di rottura e contrapposizione della FIOM-CGIL – è solo un elemento di ambiguità. In secondo luogo, ciascuno dei nostri rispettivi sindacati, valuterà nei propri organismi dirigenti, i modi e i tempi per la re-affiliazione alla FISM.
Cordialmente. 
General Secretaries
FIM-CISL                               UILM-UIL
Giuseppe FARINA                 Rocco PALOMBELLA

Originale inviato