“Ci auguriamo una decisione nel breve periodo”. Un estratto dal testo integrale dell’agenzia di stampa
Secondo l’azienda, la soluzione studiata permette di ottenere tempi ridotti di costruzione (da 12 a 24 mesi) e certi: Fincantieri da sempre consegna le sue navi nel giorno e nell’ora concordati con l’armatore, altrimenti pagherebbe una penale. Le chiatte costruite sono rimovibili, trasportabili in altre aree e possono essere destinate anche ad altri usi: per esempio, alla protezione civile. ”Abbiamo una competenza a 360° – spiegano a Fincantieri – sappiamo costruire navi militari, da crociera e traghetti e per questo progetto abbiamo messo a frutto tutta la nostra esperienza, trovando soluzioni che andassero incontro alle nuove esigenze del regime carcerario”. Fincantieri non accenna ai costi ma nell’ambiente si parla di una cifra sui 90 milioni di euro. Il progetto porterebbe avrebbe anche il vantaggio di portare lavoro al gruppo, in un momento difficile a causa della recessione globale, che frena gli ordini di nuove navi. ”Non c’é dubbio – commenta Mario Ghini, segretario nazionale Uilm e responsabile del settore siderurgico – costruire, come si pensa, cinque o sei di queste piattaforme saturerebbe gli impianti per due anni. Ci auguriamo che si prenda una decisione nel breve periodo e le navi carcere si facciano. Non capisco chi é contrario, mi sembra che si tratti di pregiudizi ideologici”.
Ufficio Stampa Uilm
Roma, 28 febbraio 2010