La proposta di concordato avanzata dai legali di AGILE, è l’ennesimo tentativo del gruppo Massa/Liori/Landi, di mettere in pratica il progetto avviato da Eutelia: salvare i potentissimi interessi che si muovono intorno alla società, gettando sul lastrico duemila lavoratori e le loro famiglie.
Le premesse su cui si basa la proposta, appaiono infondate e palesemente strumentali. Si cerca di attribuire tutte le responsabilità dello stato in cui si trova l’azienda, al conflitto che i lavoratori hanno dovuto mettere in campo per poter “sopravvivere”.
Nella ricostruzione aziendale si cerca addirittura di far risalire al luglio scorso i presidi delle sedi da parte dei lavoratori, quando in realtà sono cominciate a novembre (ben 4 mesi dopo!) e solo dopo il mancato pagamento degli stipendi da diversi mesi. Paradossale poi è l’affermazione che le OO.SS. hanno sempre rifiutato il confronto sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali quando, la stessa azienda in sede istituzionale ( luglio 2009 al ministero dello Sviluppo Economico), ha dichiarato che non ne avrebbe fatto ricorso e che qualsiasi ipotesi sarebbe stata fatta dopo la presentazione del piano industriale (evento avvenuto solo nel dicembre 2009 in vista dell’udienza sull’istanza di insolvenza). Dichiarazioni che hanno indotto il ministero a considerare la “crisi” aziendale risolta!
Si scopre poi che il garante ed il finanziatore della proposta di concordato è l’attuale Omega SpA che si trova nella situazione in cui a Milano i giudici che coordinano l’inchiesta penale ne chiedono il fallimento attraverso la sua controllante (Libeccio srl), considerandola una scatola vuota. Si capiscono allora alcune incongruenze che risultano evidenti nella proposta di concordato: si dice che prima dell’entrata in Cigs dei lavoratori l’azienda si impegna a pagare tutti i crediti vantati dai lavoratori (diversi milioni di € così come da relazione dei custodi) e poi dice di avere a disposizione solo 1 milione di €, all’atto dell’omologazione dello stesso.
Nulla si dice poi sui quasi 15 milioni di euro che da Agile sono andati in diverse società del gruppo Omega, senza che il gruppo dirigente sapesse spiegare perché e sulla cessione di crediti ad alcuni istituti di credito (relazione dei custodi).
Mentre in analogia con altre “strane”situazioni di questo tipo, il patrimonio immobiliare della società che sempre i custodi dichiarano ammontare a circa 15 milioni di euro diviene di 27 milioni di euro nella proposta di concordato. Omega si impegna a comprare il tutto, qualora l’azienda si dovesse accollare anche il TFR dei lavoratori, a 30 milioni di euro!
Sarebbe interessante poi avere un quadro complessivo della difesa assunta dal gruppo Omega nelle altre istanze di insolvenza presentate per capire se le società ed i soggetti garanti sono sempre gli stessi.
Nella realtà l’azienda è completamente ferma se si eccettuano quei pochi contratti ancora rimasti (e che nell’ipotesi di concordato rischierebbero ancora di più!), non per responsabilità dei lavoratori ma per l’inesistenza di qualsiasi volontà industriale/imprenditoriale dei soggetti coinvolti nella vicenda, niente verrà sborsato subito da Omega e tutto si basa su “garanzie” formali da parte di soggetti con pesanti procedure in corso.
Questa è la realtà dei fatti ed è per questo che ci aspettiamo una decisione che vada nella direzione di togliere dalle mani di questa proprietà la società ed i lavoratori!
Nessuna soluzione industriale è credibile con le società responsabili della situazione attuale. La strada per salvare la Società e i lavoratori, creando le condizioni per ripartire e recuperare le commesse necessarie, deve essere l’amministrazione straordinaria come richiesto da Fim, Fiom, Uilm e dai lavoratori.
FIM, FIOM, UILM NAZIONALI
Roma, 22 febbraio 2010