FIAT; Antonino Regazzi intervistato dall’Asca: “Sciopero è risposta forte ad azienda; aspettiamo il governo”

Il segretario generale intervistato dall’Asca

Il testo integrale dell’agenzia di stampa

”Di questi tempi, con una crisi profonda che coinvolge anche il settore auto, proclamare 4 ore di sciopero infrasettimanale, significa dare una risposta forte all’azienda che annuncia tagli e chiusure di stabilimenti”. Il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi, spiega i motivi che hanno indotto Fim, Fiom, Uilm e Fismic a proclamare 4 ore di sciopero dei lavoratori del gruppo Fiat per mercoledì 3 febbraio. ”Siamo convinti – spiega Regazzi – che in questo Paese non c’e’ una sovraccapacità produttiva di auto, anzi, Termini Imerese insieme ad altri stabilimenti in Italia puo’ garantire la produzione di 1,5 milioni di vetture e non 650 mila come ha detto l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne. Lo stesso Marchionne ha dichiarato che la Fiat insieme alla Chrysler possono produrre nel mondo 5,5-6 milioni di vetture. Bene, di queste 1,5 milioni produciamole nel nostro paese”. Regazzi conferma quindi la richiesta dei sindacati di mantenere la produzione in Italia. ”Noi siamo pronti a fare la nostra parte – ribadisce il leader sindacale – e siamo pronti ad ascoltare suggerimenti per sapere quali sono le condizioni per essere competitivi e produrre a costi intelligenti”. Riferendosi, in particolare, all’azienda di Termini Imerese, Regazzi chiede che ”lo stabilimento venga messo nelle condizioni di poter produrre perchè, come ha già sottolineato Marchionne, il problema non sono i lavoratori che, anzi, lavorano molto bene, ma avere la possibilita’ di produrre. Quarant’anni fa – aggiunge – si diceva che uno stabilimento come quello di Termini si trovava a sud del mondo, oggi che il mediterraneo sta diventando il centro del commercio mondiale, sta al centro del mondo”. A questo punto il leader della Uilm si aspetta una convocazione da parte del governo. ”La questione è di valenza nazionale – sottolinea Regazzi -, per questo ci aspettiamo al più presto una convocazione da parte del governo”.

Ufficio Stampa Uilm

Roma, 14 gennaio 2010