Il Segretario generale dei metalmeccanici Uil intervistato da Maria Cristina Carlini dell’Adn Kronos
Il testo integrale dell’agenzia di stampa
Ben vengano i nuovi incentivi se questi aiutano a uscire dalla crisi. Ma il vero nodo rimane il fatto che in Italia si producono poche automobili. Il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi, accoglie così l’annuncio giunto dal vicepresidente della Ue con delega ai Trasporti e commissario in pectore all’Industria, Antonio Tajani, sul via libera della Ue ai nuovi bonus per il 2010. Parole, quelle di Tajani, che il leader dei metalmeccanici della Uil valuta, soprattutto, nella prospettiva dell’avvio del confronto tra Governo, Fiat e sindacati sul nuovo piano industriale del Lingotto e sulla chiusura, da esso previsto, dello stabilimento di Termini Imerese a partire dal 2012. ”Il commissario Tajani – osserva Regazzi- muove da due tipi di valutazioni, una immediata e l’altra in una prospettiva di lungo termine. La prima si basa sull’assunto che l’industria dell’auto è molto importante in Europa e, pertanto, va sostenuta con ulteriori incentivi per uscire dalla crisi. Bene, dunque, ad incentivi che facciano ripartire il mercato, a condizione, ovviamente, che tutti i Paesi si comportino allo stesso modo. La seconda guarda al futuro: il mercato, dice Tajani, continuerà a crescere enormemente e, allora, bisogna sostenere la competitività di questo settore”. Ed è proprio questo aspetto, sottolinea Regazzi, che tocca uno dei punti nevralgici della vertenza Fiat. ”I dati riportati dallo stesso Tajani sono numeri spaventosi, da capogiro: si parla oltre 2 miliardi di mezzi in circolazione al 2035 e 3-4 miliardi nel 2050. Ma, allora, perchè- chiede- ci si dice che in Italia c’è sovraccapacità produttiva quando, in realtà, noi importiamo i due terzi delle vetture che utilizziamo? Tra i grandi Paesi europeo, l’Italia è quello che produce molte meno vetture di quante non non se ne usino”.
Parlare di sovraccapacità produttiva in Italia, dice ancora Regazzi, è ”una grande bugia” ed è ”il grande motivo di dissenso con la Fiat e il Governo” sul destino di Termini Imerese. Un dissenso che ”marcheremo con forza quando si aprirà il confronto tra le parti”, ribadisce Regazzi: ”non possiamo accettare l’esecutivo che da’ per scontato che questa sia l’unica politica possibile”. ”La nostra battaglia è per l’auto, è una battaglia per la difesa dell’economia e dell’occupazione nel nostro Paese, oltre per il prestigio di una storia ultracentenaria”, aggiunge Regazzi. E, conclude, se necessario, ”vengano anche coreani e cinesi: troveranno in Italia la possibilità di fare buone macchine”.
Ufficio Stampa Uilm
Roma, 29 dicembre 2009