Dichiarazioni di Antonino Regazzi, Segretario generale della Uilm
Sulla vicenda dello stabilimento Fiat di Termini Imerese manteniamo la convinzione che il governo nazionale e quello siciliano sono in ritardo. Si tratta della stessa opinione che esprimemmo a palazzo Chigi quando Marchionne ci presentò l’ultimo piano industriale di Fiat. In quella sede esprimemmo le nostre preoccupazioni per il sito siciliano e per quello campano di Pomigliano. La dismissione produttiva ipotizzata per il primo e la produzione della Panda al posto della 159 Alfa Romeo per il secondo, rappresentano oggi il riscontro ai timori espressi al tavolo del governo solo pochi mesi fa. Ecco perché gli esecutivi nazionale e regionale rischiano di essere fuori tempo massimo: è come se avessero slegato i buoi e, dopo la loro uscita, cercassero di chiudere il recinto. La Fiat, invece, stabilisca le condizioni su come produrre a costi competitivi in Italia, senza chiudere stabilimenti, e proponga un patto alle parti sociali. In questo modo gli stabilimenti potrebbero essere tutti riqualificati, anziché rischiare la chiusura per alcuni. Fiat e Chrysler produrranno circa 6 milioni di auto motive ed in questa prospettiva l’Italia non può essere tagliata fuori. Il mercato dell’auto continuerà a crescere e questo significa che all’ambito nazionale può spettare una fetta di capacità produttiva da un milione e mezzo di vetture”.
Ufficio Stampa Uilm
Roma, 25 novembre 2009