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Un programma in due fasi: 12 mesi per tentare la cessione dell’intero gruppo elettrodomestico A. Merloni, a partire dal settore delle bombole e serbatoi; poi, nel caso il progetto non andasse in porto, un’eventuale ristrutturazione del gruppo. E’ questo, in sintesi, il percorso proposto dai tre commissari straordinari dell’azienda di Fabriano, approvato dal ministero dello Sviluppo economico. Il programma è stato presentato stamani al Mse in un incontro fra dirigenti del ministero, le tre Regioni sedi di stabilimenti A. Merloni (Marche, Umbria, Emilia Romagna), le segreterie nazionali di Fiom, Fim e Uilm, e il sen. Francesco Casoli (FI-Pdl). ”Già a fine giugno – ha riferito Gianluca Ficco, responsabile del settore elettrodomestici della Uilm-Uil – dovrebbe essere pubblicato il bando di cessione del comparto bombole e serbatoi (Antonio Merloni Cylinders and Tanks), che verrà ceduto prima e separatamente rispetto agli altri settori”. Se la fase uno di cessione, per asset specifici, non dovesse concludersi positivamente ”si aprirebbe una fase di ristrutturazione”. Il bando di interesse internazionale lanciato nei mesi scorsi dai tre commissari straordinari Massimo Confortini, Antonio Rizzi e Silvano Montaldo, è servito, secondo Ficco, ”a raccogliere manifestazioni informali”, non rese note nell’incontro odierno. Ora si attendono i passi ufficiali di eventuali compratori. I sindacati hanno chiesto e ottenuto che a giugno ci sia un incontro sindacale sul piano (a Fabriano), mentre Mse e Regioni dovranno cercare insieme strumenti che affrontino la crisi dell’indotto, ”se possibile arrivando ad un accordo di programma unitario”, sollecitato da tempo dalle Regioni. Nulla è stato detto invece sull’eventuale, parziale ripresa della produzione, da qui al prossimo mese di giugno. La Uilm giudica comunque positivamente i risultati raggiunti: ”il programma formulato dai commissari contiene forti elementi di originalità, come il procedere per fasi. Inoltre – ha sottolineato Ficco – salvaguarda esigenze di realismo e solidarietà sociale”.
Ufficio Stampa Uilm
Roma, 29 maggio 2009