Avviare investimenti nel settore ferroviario e del trasporto urbano su rotaia e aprire un confronto con il governo, le regioni e le Ferrovie dello Stato. In assenza di risposte, nell’arco di due-tre mesi, i sindacati metalmeccanici sono pronti a mettere in moto una mobilitazione nazionale, anche con uno sciopero. E’ la posizione indicata da Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, che in un documento unitario chiedono una politica industriale e anticiclica, capace di fronte ”alla pesante congiuntura economica” di rilanciare l’attività nel Paese. Il documento (‘Il treno contro la crisi’) è stato presentato all’attivo unitario dei delegati delle aziende ferroviarie. ”Sono almeno quattro anni che le Ferrovie, che sono il principale cliente, non fanno gare per nuovi treni, sia per il trasporto regionale che per l’Alta velocita”’, ha detto Luca Colonna, segretario nazionale Uilm, parlando di ”una crisi cronica” del settore, che conta 20mila addetti, a parte l’indotto. ”Se non partono le gare, anche le grandi aziende rischiano di non avere più lavoro”, ha aggiunto. ”Da qui a giugno – ha affermato Marco Bentivogli, segretario nazionale Fim – abbiamo in programma 4-5 iniziative a livello regionale e se entro giugno non ci saranno risposte, costruiremo una mobilitazione nazionale, anche con uno sciopero”. E’ una ”fase delicata in cui manca l’idea dello sviluppo del trasporto, soprattutto a livello locale, e in cui serve l’ammodernamento del parco macchine”, ha sostenuto Massimo Masat, coordinatore della Fiom.
Per Fim, Fiom e Uilm è pertanto ”necessaria una politica complessiva e organica per il trasporto su ‘ferro”’, che preveda – si legge nel documento unitario – ”l’immediato avvio della gara per i nuovi treni ad Alta velocita’ da parte di Trenitalia, gara annunciata come imminente da mesi, ma fino a oggi non bandita. La definizione in tempi rapidi di un quadro chiaro di impegni e di risorse tra le Regioni e Trenitalia per l’acquisto di treni regionali per i pendolari”, in stato ”indecoroso”, con l’impegno del Governo a ”reperire le risorse economiche, essendo insufficiente quanto fatto sino ad ora”. Per il trasporto merci, aggiungono i sindacati metalmeccanici, occorre ”un programma di incentivazione per rinnovare le attuali locomotive e carri, con prodotti più efficienti e veloci” oltre ad ”un programma di investimenti per le reti urbane su rotaia: tramvie, ma soprattutto, metropolitane”. Una politica in questa direzione, secondo Fim, Fiom e Uilm, ha gli ”evidenti vantaggi” di ”una efficace azione anticiclica” per contrastare gli effetti della crisi sulle aziende ferroviarie, offrendo l’occasione di ”un sostegno concreto” ed ”un’azione coerente con l’esigenza di ridurre inquinamento e congestione del traffico su gomma”
Ufficio Stampa Uilm
Roma, 17 marzo 2009