Automotive-Siderurgia, Ficco-Gambardella (Uilm): “Per salvaguardare l’industria necessaria una transizione graduale e razionale”

“Speriamo che il Ministro Urso sappia far valere in sede europea i legittimi interessi italiani di difesa dell’industria dell’auto e della siderurgia, nonché più in generale una visione più graduale e razionale della così detta transizione verde”. Lo dichiarano Gianluca Ficco e Guglielmo Gambardella, segretari nazionali Uilm responsabili rispettivamente del settore auto e del settore siderurgico, al temine dell’incontro con il Ministro svoltosi al Mimit.

“Denunciamo da anni – spiega Ficco – la necessità di rivedere il percorso di elettrificazione imposto dall’UE al settore dell’automotive, a cominciare dalle regole assurde che entreranno in vigore nel 2025 imponendo in sostanza alle case automobilistiche di vendere quote di vetture elettriche che i consumatori non sono ancora disposti ad acquistare. Speriamo che il Governo italiano sappia vincere le resistenze europee, ma al contempo richiamiamo lo stesso Governo alla coerenza nel disporre il pieno reintegro delle risorse nazionali di recente sottratte al settore: occorre intervenire con estrema urgenza, entro la convocazione del tavolo automotive del 17 dicembre, per scongiurare un’ondata di licenziamenti nelle imprese dell’indotto, finanziando un sistema più robusto ed efficiente di ammortizzatori sociali, sgravando il costo abnorme dell’energia e supportando gli investimenti produttivi”.

“Anche se avremmo preferito già poterci confrontare su proposte governative che incrementino la competitività del settore siderurgico in Italia – conclude Gambardella – è comunque importante che il ministro Urso abbia annunciato la presentazione alla Commissione Europea nei prossimi giorni di un non paper per la siderurgia. Bene l’intenzione del MIMIT di voler correggere il sistema CBAM e ETS, ma le imprese di Federacciai denunciano da tempo l’insostenibilità dei costi dell’energia e dell’approvvigionamento del rottame in ragione di una prevalenza dell’elettrosiderurgia in Italia. Ma non possiamo perdere altro tempo perché la sofferenza del settore si sta scaricando sui lavoratori che subiscono la cassa integrazione.

Auspichiamo che il governo italiano riesca a imporre in Europa le necessità della siderurgia italiana rispetto a quelle degli altri paesi che vedono la prevalenza di produzione di acciaio da altoforno. Attendiamo, quindi, che il governo produca una proposta di politica industriale, per il rilancio della siderurgia italiana, con cui confrontarci anche per effettuare valutazioni ed avanzare nostre proposte”.

 

Ufficio Stampa UILM