Il piano elaborato da Stellantis per l’Italia ha delle lacune sugli stabilimenti emiliani di Modena e di Cento, che chiediamo di colmare nell’auspicata intesa da raggiungere al tavolo automotive con il Governo. L’impegno espresso anche oggi da parte di Stellantis a dare continuità a tutti gli stabilimenti e a rilanciare il Marchio Maserati deve difatti concretizzarsi in nuove assegnazioni produttive e piani di riorganizzazione trasparenti. Confidiamo che ciò possa avvenire in stretta collaborazione con il Governo e con la Regione Emilia-Romagna”. Lo dichiarano Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, e Alberto Zanetti, segretario generale della Uilm di Modena, al termine dell’incontro convocato dal Ministro Urso a Roma con Stellantis e con la Regione Emilia-Romagna, per focalizzare la discussione sui due stabilimenti emiliani di Cento (Ferrari) e di Modena.“Per la fabbrica di Modena – proseguono Ficco e Zanetti – chiediamo l’assegnazione di una nuova sportiva Maserati, che si aggiunga alla attuale MC20, nonché la realizzazione del così detto atelier, vale a dire di quella verniciatura personalizzata che è stata già annunciata ma ancora non implementata. Occorre inoltre valorizzare le competenze del centro ricerca modenese, per cui abbiamo raggiunto un accordo sindacale che ha scongiurato il rischio di trasferimento del personale. Per quanto concerne invece la fabbrica di Cento, chiediamo chiarezza sulla ipotesi da tempo avanzata di partnership o di cessione ad un soggetto industriale maggiormente specializzato sulle produzioni di motori marini e industriali”.
“In ogni caso il rilancio dello stabilimento di Modena – proseguono Ficco e Zanetti – passa dal rilancio del marchio Maserati, che rappresenta un patrimonio industriale prezioso per l’Italia tutta ma non può prescindere dalle straordinarie competenze accumulate nel tempo nella motor valley emiliana. Speriamo peraltro che Stellantis, nel piano attualmente in gestazione, non limiterà i futuri modelli Maserati alla sola motorizzazione elettrica, ma anche in questo caso punti su piattaforme flessibili in grado di supportare più tipi di motorizzazione. Tutto ciò deve diventare parte dell’auspicata intesa finale, da raggiungere a Palazzo Chigi anche in virtù degli urgenti provvedimenti che dovrebbero essere adottati per restituire competitività alla industria italiana dell’auto.
Ufficio Stampa Uilm