Metalmeccanici; Palombella (Uilm): “Caserta simbolo del degrado economico, industriale e sociale causato da politiche fallimentari su un territorio che ha grandi potenzialità”

 

“Oggi manifestiamo tutta la nostra rabbia nei confronti delle Istituzioni nazionali e locali che hanno fatto diventare la Campania la seconda Regione più povera d’Italia e Caserta tra le città più trascurate del Sud. Da Terra di Lavoro Caserta è diventata terra di degrado economico, industriale, sociale e di grandi speculazioni. Fino agli anni Novanta era considerata la Brianza del Mezzogiorno, ma oggi è purtroppo sempre più lontana dal resto d’Italia e dall’Europa”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.

“Fino a pochi anni fa – spiega – erano 4mila i lavoratori impiegati in aziende come Ericson, Siemens, Marconi e Olivetti. Oggi l’attuale Jabil si è ridotta da 1.300 a 420 persone, a cui si aggiungono Soft Lab e Orefice che ne occupano 250. Siamo passati da 4mila a 700 lavoratori. Un disastro! A Jabil, presente sul territorio da un quinto di secolo, diciamo che non puó liberarsi così facilmente. Noi non faremo accordi di trasferimento in altre società. Jabil deve rimanere a Caserta e continuare ad assumersi le sue responsabilità sociali e industriali”.

“Non siamo d’accordo – aggiunge il leader Uilm – con progetti di reindustrializzazione fallimentari che favoriscono il depauperamento industriale del territorio e poi scaricano il fallimento sulla pelle delle persone, come è accaduto proprio con Soft lab e Orefice. Le persone non sono merci. Soft Lab tanto per cominciare deve rispettare gli impegni assunti e cominciare a pagare gli stipendi e gli arretrati ai lavoratori”.

“Per salvaguardare il nostro sistema industriale – esorta Palombella – bisogna preservare i settori strategici come la siderurgia, l’elettrodomestico, l’automotive, l’elettronica, l’aerospazio e il ferroviario. Siamo stanchi di vedere i lavoratori costretti a passare da un Gruppo all’altro con il solo scopo delle aziende di prendersi gli incentivi. Serve una seria politica industriale nazionale e regionale con scelte ambiziose e concrete per questa Provincia. Caserta deve essere individuata tra le città più importanti d’Italia per gli investimenti legati alla microelettronica e alla componentistica necessaria per gestire la transizione ecologica e digitale, perché ne ha tutte le competenze”.

“Anche gli altri settori – dice ancora il sindacalista – come l’automotive, l’elettrodomestico, la siderurgia e il ferroviario sono in sofferenza. Nel 2015 abbiamo sacrificato gli stabilimenti di Carinaro e Teverola. Da Beko ci aspettiamo la conferma del Polo Logistico e dal Gruppo Seri un decollo effettivo del piano di reindustrializzazione con l’avvio di Teverola 2 che potrebbe dare un impulso occupazionale importante al territorio. Senza risposte – conclude Palombella – continueremo a mobilitarci, a lottare e a far sentire la nostra voce fino a quando non vedremo realizzati i cambiamenti necessari per ridare slancio alle nostre industrie manifatturiere”.

Ufficio Stampa UILM