“Proprio mentre l’ex Ilva vive la sua fase più drammatica, continuiamo ad assistere al tentativo di ArcelorMittal di prendere ulteriore tempo con l’obiettivo palese di portare gli impianti allo sfinimento. Se davvero è disposto a cedere su tutto, come ha scritto nella lettera inviata al Governo il 18 gennaio scorso, perché non lo dimostra negli stabilimenti? Perché, invece, a Taranto spegne l’altoforno 2, nelle batterie guardie idrauliche non c’è drenaggio e l’acqua blocca il passaggio del gas arrivando quasi al fermo totale? Perché l’altoforno 1 è ancora fermo da agosto e il 4 è in marcia ridotta? Non ci sembra questo l’atteggiamento di chi vuole restare, di chi vuole salvaguardare l’ex Ilva, i lavoratori e l’ambiente”. Così Rocco Palombella, Segretario generale Uilm
“Abbiamo già perso troppo tempo – aggiunge – gli stabilimenti sono al collasso, la produzione è al limite storico, ci sono migliaia di lavoratori in cassa integrazione e un sistema degli appalti allo stremo. I Ministri ci hanno assicurato che indietro non si torna. Quello che serve agli stabilimenti è un intervento urgente: servono al più presto i 320 milioni di euro per la gestione corrente, per la messa in sicurezza degli impianti e di tutti i lavoratori.
“Al tavolo di domani in videoconferenza – spiega Palombella – ribadiremo l’importanza di salvaguardare l’indotto, che è la parte più debole in questo momento, i lavoratori ma anche le aziende virtuose che sono state già penalizzate nel 2015 e che noi tuteleremo. Occorre immediatamente – conclude – passare dalle lettere ai fatti concreti per evitare la fermata totale degli impianti che porterebbe alla morte dell’ex Ilva”.