L’azienda solo a parole conferma la sua disponibilità nel lavorare per dare un futuro lavorativo ai 300 dipendenti del DCT, ma nei fatti all’incontro tenutosi oggi al Mimit ha posto un solo tema: la cassa integrazione. Con questa premessa Fim Fiom e Uilm nazionali insieme alle RSU hanno respinto la richiesta avanzata dalla multinazionale Wärtsilä di utilizzare gli ammortizzatori sociali per i lavoratori coinvolti dalla scellerata scelta di delocalizzare la produzione in Finlandia.
Una richiesta inaccettabile, ribadiamo, dato che non vi sono progetti di reindustrializzazione che anche Wärtsilä si era impegnata a presentare.
Una situazione gravissima, che rischia di precipitare già nei prossimi mesi con l’avvio della procedura di licenziamento dei lavoratori occupati in DCT.
Per queste ragioni le organizzazioni sindacali, nel condannare il comportamento di Wärtsilä, hanno sollecitato il governo ad accelerare l’iniziativa del Mimit, annunciata anche dal Ministro Urso in un recente incontro in Prefettura a Trieste, ed avanzare un credibile progetto per la reindustrializzazione del sito di Trieste, per salvaguardare l’occupazione e il salario dei lavoratori diretti e dell’indotto e di farlo utilizzando tutti gli strumenti di cui il Governo dispone.
Nei prossimi giorni si terranno le assemblee per un confronto con i lavoratori e per valutare le iniziative a sostegno della vertenza.
A tal ragione sono fin d’ora proclamate 4 ore di sciopero in tutto il gruppo aggiuntive a quelle nazionali già proclamate da Fim Fiom e Uilm nelle giornate del 7 e 10 luglio.