Si è tenuta il 21 giugno la sessione di trattativa per il rinnovo del contratto integrativo di Engineering, nella quale erano attese le proposte sulla parte economica, soprattutto sul premio di produzione che è fermo a 800€ dal 2009, nonostante da allora l’azienda abbia triplicato gli obiettivi di crescita assegnati al personale, ed aumentato enormemente tutti i risultati economici.
L’Azienda si è presentata con una proposta che senz’altro intende aprire ad un aumento dell’importo con un meccanismo di crescita graduale durante la vigenza contrattuale, ma se l’apertura da un lato è apprezzabile, dall’altro è del tutto insufficiente (un terzo della nostra richiesta) a dare quel segnale di apprezzamento e discontinuità che le lavoratrici e i lavoratori di Engineering meritano.
Arriviamo a questo rinnovo dopo che, per effetti non imputabili all’impegno del personale, ma della pandemia prima, e degli aggiustamenti di bilancio dovuti all’area finance poi, hanno portato alla perdita di 50€ di premio nel 2021 e di 150€ nel 2022, cui si aggiunge il mancato riconoscimento economico per lo sforzo straordinario profuso durante la fase pandemica, quando i costi per i lavoratori sono lievitati senza possibilità di scelta avendo dovuto trasformare le proprie case in uffici per oltre un anno.
Quest’anno, al più basso risultato di sempre del PdR, si aggiunge una crisi inflazionistica e dei prezzi dell’energia che hanno pesantemente eroso il potere di acquisto dei salari, e alla quale il CCNL contrattato da FIM FIOM UILM con le imprese ha risposto con un recupero del 6,6% in paga base generando risultati importanti sui salari delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici.
Peccato però che Engineering abbia precedentemente proceduto ad una campagna unilaterale di supposta “salary review” che, a questo punto, vista la chiusura netta sul non assorbimento degli aumenti contrattuali, dovremmo chiamare solo “campagna di anticipo del contratto nazionale”, perché di questo in realtà si è trattato.
Se nei mesi scorsi sono stati elargiti aumenti, ma a giugno in busta paga vengono a mancare gli effetti del recupero dell’inflazione, quello che l’azienda avrebbe dovuto onestamente dire alle proprie/i dipendenti, al posto di una pacca sulla spalla e di un apprezzamento di gratifica, avrebbe dovuto essere: “Ecco in anticipo di qualche mese, quello che il sindacato ha contrattato con l’accordo del 2021”. Lo stesso vale per i superminimi riconosciuti ai neoassunti, anch’essi destinati ad essere erosi dall’assorbimento degli aumenti del CCNL.
La differenza tra la contrattazione collettiva e quella individuale sta esattamente qui: il contratto nazionale protegge il potere di acquisto e valorizza l’andamento del settore, e il contratto integrativo di secondo livello redistribuisce gli utili prodotti in azienda; invece, la contrattazione individuale risponde appunto a logiche individuali che rimangono però nella totale disponibilità dell’impresa nella sua relazione asimmetrica con la lavoratrice o il lavoratore.
In Engineering, al momento l’equilibrio tra queste tre autorità salariali non si trova: infatti si assorbe il CCNL, il PdR non offre segni apprezzabili di redistribuzione degli utili, che invece vanno massicciamente agli azionisti, e la contrattazione individuale è mascherata perché in realtà è un anticipo di quella collettiva.
Inoltre, dobbiamo anche rimarcare come la rinnovata attenzione ai costi, assurta all’attenzione di tutti sia tramite le comunicazioni aziendali dirette alle lavoratrici ed ai lavoratori, sia nel corso dell’informativa aziendale alle RSU del 9 giugno scorso, per ora sembri concretizzarsi a senso unico, solo verso le lavoratrici ed i lavoratori, colpendo la formazione, le assunzioni, i salari, il PdR, il buono pasto (a proposito, anche qui nessuna disponibilità aziendale all’aumento…), e non verso tagli a tante spese che le lavoratrici ed i lavoratori fanno fatica a considerare strategiche.
Non ci siamo affatto.
La strategia comunicativa aziendale che narra di un universo Engineering dove tutto funziona e tutti sono felici, dove tutto è bello e scintillante, si scontra con una realtà dove, oltre ai gadgets brandizzati, è necessario trovare soluzioni concrete ed articolate alle questioni sopraelencate.
Questo per dire che seppur sia cambiato il clima di discussione al tavolo, che ha consentito di avere anche delle prime risposte sulle istanze normative inserite nella piattaforma di rivendicazione sindacale, non vorremmo che lo stesso si alimentasse solo di buone intenzioni ma di pochi fatti tangibili, e quindi di pochi e scarsi risultati concreti nelle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori.
È necessario che, insieme ad un equilibrio sulla parte normativa, che sembra più vicino, anche il PdR cresca sostanzialmente, e che si diano risposte tangibili anche sulle altre partite economiche in discussione.
Per queste ragioni a partire dalla prossima settimana saranno convocate le assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori in tutte le sedi, per dare conto a tutti dello stato della trattativa, valutare le proposte ricevute e decidere insieme come riavviare la discussione a partire dal prossimo incontro.
Fim, Fiom, Uilm nazionali
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