“In Wartsila non sono in discussione solo i circa 400 posti di lavoro, oltre a quelli dell’indotto, ma un’importante capacità produttiva tecnologicamente avanzata ed una manifattura di eccellenza, con competenze e professionalità, che dobbiamo preservare. E’ stata grave la decisione di Wartsila di dismettere la produzione nel sito di Trieste, sarebbe ancora più grave se il nostro Paese non si adoperasse per preservare questo know how”. Lo dichiarano Guglielmo Gambardella, Segretario nazionale Uilm, e Antonio Rodà, Segretario Uilm Trieste-Gorizia, nel corso dell’audizione alle Commissioni riunite X (Attività produttive) e XI (Lavoro) della Camera dei deputati per la vertenza Wartsila.
“Tutti dobbiamo essere impegnati – esortano Gambardella e Rodà- Governo, Regione Friuli-Venezia Giulia, tutte le forze politiche e sindacato per trovare una soluzione che salvaguardi il patrimonio industriale ed occupazionale”.
“Ricordiamo che il 29 novembre 2022 siamo stati costretti a dover raggiungere presso il MiMIT un accordo che definisse un percorso per la gestione della vertenza con impegni precisi che devono essere rispettati” continuano.
“Al momento a nostro avviso – proseguono – il piano industriale presentato da Wartsila lo scorso primo febbraio, che prevede la nuova missione produttiva basata sul centro di Ricerca e Sviluppo e sui servizi, non offre sufficienti garanzie per la continuità delle attività”.
“Occorre una implementazione del piano con maggiori investimenti ed una reale capacità di stare sul mercato, anche oltre i tre anni previsti dal progetto” aggiungono.
“Nella prima settimana di marzo si sarebbe dovuto tenere un incontro per la verifica delle manifestazioni di interesse per le attività in dismissione. Oggi siamo alla seconda settimana e non siamo stati ancora convocati. Infine non è chiara la regia per la ricerca dei nuovi investitori: il ruolo lo svolge il MiMIT, la regione Friuli-Venezia Giulia, l’advisor nominato da Wartsila?” chiedono.
“Non possiamo perdere altro tempo e la scadenza della cessazione della produzione fissata dall’azienda è prevista a settembre, e ci siamo quasi. Abbiamo bisogno che venga confermata quanto prima la convocazione al MiMIT” sottolineano.
“Per noi – concludono – sia il nuovo piano industriale che la reindustrializzazione devono chiudersi nello stesso tempo, in questo caso entro settembre. Non accetteremo la politica dei due tempi”.
Ufficio Stampa UILM